Michelin, la diocesi di Fossano: grosso impatto, serve mediazione

Hanno bloccato la statale 28 i 400 lavoratori dello stabilimento Michelin di Fossano, in Piemonte. La protesta è contro il piano di tagli presentato dalla multinazionale che prevede la chiusura dello stabilimento entro il 2016. I sindacati chiedono che l’impresa avvii un negoziato. Alessandro Guarasci ha sentito il vicario generale della diocesi di Fossano don Derio Olivero:

R. – Sono 400 dipendenti: per noi, piccola cittadina del Sud Piemonte di 20 mila abitanti, è veramente considerevole la proporzione, e quindi davvero è arrivata come un fulmine a ciel sereno e inciderà, perché arriva anche dopo altre chiusure importanti per la nostra cittadina e per il Sud Piemonte Quindi, avrà sicuramente un grosso impatto!

D. – Voi avete riscontrato anche un aumento della povertà in loco, per tutte queste crisi industriali?

R. – Sicuramente c’è un aumento: vedo dai dati della Caritas che sono aumentati di molto i nostri cittadini, cioè gente piemontese, che si rivolge alla Caritas per arrivare a fine mese, per problemi di bollette … Si può dire che attualmente coloro che si rivolgono alla Caritas diocesana o alle Caritas parrocchiali sono 50 e 50: 50 sono extracomunitari o comunque immigrati e 50 sono persone del nostro territorio.

D. – Vuole lanciare un appello? Insomma, la situazione come si può ricomporre, secondo voi?

R. – Innanzitutto, so che in questo momento si stanno muovendo le forze politiche, l’amministrazione, il sindaco ha preso posizione, i sindacati. anche i nostri uffici domani faranno una riunione, i cinque uffici della pastorale sociale del lavoro della provincia, per vedere di provare a intavolare delle trattative; chiedere comunque l’aiuto, come in genere Michelin fa, per ricollocare queste persone. L’appello è che sicuramente la ditta segua questi lavoratori, so che da altre parti questo era stato fatto, per ricollocarli: ci auguriamo che questo sia il pensiero base. Da lì in su, se si riuscisse ad avere anche la possibilità di non chiudere, certo, sarebbe l’ideale …