2015-11-05 14:10:00

Card. Koch: attacchi ai cristiani, dove sono i governi europei?


Al Global Christian Forum di Tirana, è intervenuto anche il presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, il cardinale Kurt Koch, che ha parlato dell’ecumenismo del sangue, sottolineando come i persecutori considerino i cristiani già uniti, al contrario di quanto ritengono gli stessi discepoli di Cristo. Il porporato ne spiega il motivo al microfono della nostra inviata in Albania Klaudia Bumci:

R. – Perché i persecutori dei cristiani non fanno distinzione; non li perseguitano perché sono luterani, cattolici, ortodossi o pentecostali, ma perché sono cristiani. I persecutori quindi hanno l’idea che i cristiani siano una sola cosa. In questo senso hanno l’impressione che i cristiani siano uniti. Noi, invece, non siamo ancora uniti e dobbiamo imparare molte cose da questo ecumenismo dei martiri o ecumenismo del sangue di cui parla Papa Francesco.

D. – Secondo lei, quali sono i passi da fare per risolvere la situazione dei cristiani perseguitati nel mondo?

R. – La prima cosa – ed è cosa fondamentale! – è la preghiera. Molti rifugiati e perseguitati dicono: “Non dimenticateci nella preghiera”. Questo mi sembra molto, molto importante. La seconda cosa è parlare in pubblico di questa realtà, perché l’impressione è che in Occidente l’opinione pubblica e anche i politici non si interessino molto di questa realtà. Io sono rimasto molto colpito quando ho visto quanti rappresentanti di governi europei sono andati a Parigi dopo l’attentato ( contro Charlie Hebdo, ndr): questa solidarietà è un segno molto buono. Dall’altro canto, invece, ho pensato: quello che è successo a Parigi succede ogni giorno in Medio Oriente. Dove sono i politici europei? La terza cosa è la solidarietà per i rifugiati che vengono in Occidente: dobbiamo aiutare i cristiani a sopravvivere in quei Paesi difficili.








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