E’ terminato a Tirana il Global Christian Forum incentrato sul tema “Discriminazione, persecuzione, martirio: seguire Cristo insieme”. Il Papa in un messaggio esprime tristezza e preoccupazione per le crescenti discriminazioni e le persecuzioni nei confronti dei cristiani in vari Paesi del mondo. Il servizio della nostra inviata in Albania, Klaudia Bumci:
Cattolici, ortodossi e protestanti, riuniti a Tirana, la capitale dell’Albania, dal 2 al 4 novembre, hanno sentito le testimonianze di tanti cristiani che oggi - e non duemila anni fa - vivono in condizioni di mancanza di libertà, a volte perseguitati e obbligati a fuggire, a volte costretti a nascondersi o a non dichiarare apertamente la propria fede. Alcuni si nascondo anche qui, a Tirana, timorosi di parlare con la stampa locale, proprio perché il loro viso e la loro identità non devono apparire sui media.
Papa Francesco: cristiani perseguitati, no a
indifferenza
Il presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità
dei Cristiani, il cardinale Kurt Koch, ha portato all’assemblea il messaggio di Papa
Francesco che guarda “con grande tristezza alla crescente discriminazione e persecuzione
dei cristiani del Medio Oriente, dell’Africa e dell’Asia e di altri luoghi nel mondo”.
“Non siamo indifferenti” – afferma il Pontefice - alle sofferenze di tanti nostri
fratelli che sono testimoni di Cristo, “talvolta fino all’effusione del sangue”: “un’esperienza
comune” di cattolici, ortodossi, anglicani e protestanti “che è molto più profonda
e forte delle differenze che ancora separano le nostre Chiese e comunità ecclesiali.
La communio martyrum è il segno più evidente del nostro cammino comune”. Il Papa sottolinea
la necessità di dare “voce alle vittime di tale ingiustizia e violenza” per risolvere
“questa tragica situazione”. “Possano i martiri di oggi, appartenenti a molte tradizioni
cristiane – è la sua esortazione conclusiva - aiutarci a comprendere che tutti i battezzati
sono membri del medesimo Corpo di Cristo, la sua Chiesa. Che possiamo considerare
questa profonda verità come una chiamata a perseverare nel nostro cammino ecumenico
verso la piena e visibile comunione, crescendo sempre più nell’amore e nella reciproca
comprensione”.
Tutti i cristiani lavorino insieme per la giustizia e la pace
Ed è proprio questo che si è voluto mettere in evidenza
anche qui a Tirana, con il messaggio finale dell’incontro. Tutte le Chiese devono
lavorare con le persone di buona volontà per la giustizia, la pace e lo sviluppo,
perché la povertà è il fattore maggiore che genera la violenza. Tutti i cristiani
sono esortati a lavorare insieme e a pregare per i fratelli perseguitati e sofferenti,
anche se appartenenti ad altre confessioni. Il Forum chiede ai persecutori di fermare
le loro violenze; ai governi di rispettare e di proteggere la libertà religiosa, specialmente
di proteggere i cristiani e altri perseguitati in nome della fede; ai media di riferire
in modo appropriato le violazioni alla libertà religiosa e la discriminazione e la
persecuzione dei cristiani. Si dà molta importanza all’educazione dei giovani e alla
solidarietà tra cristiani, ma si ritiene opportuno anche alzare di più la voce per
il rispetto della dignità di coloro che vivono ogni giorno il rischio di essere uccisi
a causa della fede.
200 milioni di cristiani sotto attacco per la loro fede
Ogni mattina, per i tre giorni della consultazione,
i partecipanti si sono riuniti in preghiera: presso la Cattedrale ortodossa di Tirana,
dedicata alla Resurrezione di Cristo, il Centro dell’Alleanza Evangelica dell’Albania
e la Cattedrale cattolica di San Paolo. Le testimonianze e le riflessioni seguenti
alla preghiera pian piano hanno condotto i partecipanti a vivere, a solidarizzare
e a camminare insieme come una unica Chiesa che soffre. Hanno raccontato le loro storie
un vescovo iracheno, rapito dagli integralisti, un cristiano eritreo che ha preferito
non rivelare il nome per ragioni di sicurezza, testimoni dall’Iran dove uccidono gli
appartenenti ad alcune tradizioni cristiane. La voce di 200 milioni di cristiani perseguitati
nel mondo è risuonata con forza a Tirana durante questi giorni. E coincidenza, il
Forum è finito nel giorno in cui i cattolici albanesi ricordano il 25.mo anniversario
della prima Messa celebrata in un cimitero cattolico di Scutari da un sacerdote sopravvissuto,
dopo 50 anni di comunismo ateo in Albania. Coincidenza significativa che dimostra
che se la Chiesa è rinata dalle proprie ceneri in questo piccolo Paese, c’è speranza
che risorga ovunque.
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