2015-11-07 12:52:00

Siria. Mons. Hindo: Onu e ong ci hanno dimenticato


In Siria, il cosiddetto Stato islamico ha rilasciato 37 cristiani assiri catturati a febbraio nel nordest del Paese. Fondamentale, per questo risultato, la mediazione della Chiesa siriaca. Trapelano, intanto, i contenuti di un piano di risoluzione del conflitto proposto dalla Russia e articolato in 9 punti che potrebbe essere discusso nel prossimo round di negoziati e che prevede l’incandidabilità di Assad alle prossime elezioni. Intanto, preoccupazione per una possibile “spartizione della Siria” è espressa dai vescovi maroniti che propongono, invece, una soluzione che ricalchi il modello libanese. Sul tema, Helene Destombes, ha raccolto la testimonianza di mons. Jacques Behnan Hindo, arcivescovo siro-cattolico a capo dell'arcieparchia di Hassakè-Nisibi:

R. – Dopo la sconfitta del sedicente Stato islamico (Daesh) due mesi fa, viviamo un po’ meglio, ma l’Is è sempre a 3 km al sud, e a 10 km a est soltanto. Cercano costantemente di installarsi da qualche parte, ma non riescono. Inoltre, anche la vita nella città, nella regione, è un po’, anzi, è molto difficile. Credo che tutte le organizzazioni internazionali – l’Onu e le ong – abbiano dimenticato la mia regione…

D. – Ha la sensazione che la guerra in Siria, in qualche modo, sia una “guerra per procura” tra Stati Uniti e Russia?

R. – È sicuro: tra gli Stati Uniti – con tutti gli Stati satelliti in Medio Oriente – e la Russia. È sicuro, perché con la Siria la Russia ha preso nuovamente un suo posto nello scacchiere internazionale, come l’America, e non vuole lasciarlo.

D. – Malgrado questa situazione molto preoccupante, crede in un processo politico che possa essere messo in piedi con la Russia e gli Stati Uniti, obbligati in qualche modo a intendersi per uscire da questa crisi?

R. – Non soltanto credo di sì, ma spero che ciò avvenga il prima possibile. Sogno che il mese della Vergine, in maggio, tutto sia finito!








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