2015-11-08 09:00:00

"Malala", film sul coraggio della pace che nasce dalla paura


Dopo essere stato proiettato nella Camera dei Deputati italiana, alla presenza della presidente, Laura Boldrini – un evento organizzato in collaborazione con Sky e 20th Century Fox – "Malala", il film dedicato alla più giovane vincitrice del Premio Nobel per la Pace, è arrivato nelle sale italiane. Per dare voce a una storia di straordinario impegno civile e di coraggio in aiuto di tutte le ragazze del mondo alle quali è negato il diritto all'istruzione. Il servizio di Luca Pellegrini:

(clip dal film)

Ziauddin (papà di Malala): “In tutto questo tempo non hai mai provato rabbia?”

Malala: “No, nemmeno un briciolo, nemmeno un atomo o il nucleo di un atomo, nemmeno un protone… l’islam ci insegna l’uguaglianza del genere umano, il perdono”.

Il 9 ottobre del 2012, una pallottola tentò di fermare Malala Yousafzai per sempre, annientando non solo il corpo di una sedicenne, ma ciò che rappresentava per la sua comunità e il suo Paese. Lei perdonò. La sua era la voce, come lei stessa disse nel 2014 a Oslo ricevendo il Premio Nobel per la Pace - la più giovane della storia - di 66 milioni di bambine alle quali viene negato il diritto alla scuola, all'istruzione, alla conoscenza. Il film “Malala”, diretto dal celebre documentarista Davis Guggenheim, è il ritratto intimo di questa ragazzina pakistana vissuta nel distretto dello Swat e che, per la follia del regime talebano di cui è stata bersaglio e vittima, è divenuta un simbolo di giustizia e libertà.

La bellezza di una famiglia
Gugghenheim ha voluto avvicinare questo soggetto così delicato soprattutto raccontando "la storia di una famiglia sono le sue parole la storia dell’amore di un padre e di una figlia che si sente sostenuta e autorizzata a fare cose bellissime. La cosa più straordinaria della storia di Malala è la sua famiglia, i suoi rapporti e le scelte che hanno fatto nelle loro vite", conclude. Anche se il ricordo di quell'autobus macchiato del suo stesso sangue e quello di due compagne non l'abbandona mai.

Dalla paura è nato il coraggio
Non prova rabbia per ciò che le è successo: "Nella mia vita non è cambiato niente a parte questo – afferma risoluta nel film – la debolezza, la paura e il pessimismo sono morti; sono nati la forza, la potenza e il coraggio". Confermando l'amore per il suo Paese, il Pakistan, e la sua fedeltà all'Islam, per lei religione di pace e di dialogo, perché «Dio non è come dicono loro, i talebani", esclama. Al suo fianco il padre, Ziauddin, che l'aiuta e accompagna anche nei suoi compiti istituzionali, quando parla con Obama, la Regina Elisabetta e l'ex presidente della Nigeria, Jonathan, al quale si rivolge con franchezza, sostenendo l'intervento per la liberazione delle 200 studentesse rapite da Boko Haram. Mentre ricorda quello che è successo in Pakistan dopo la presa del potere, nella sua incantevole valle, da parte dei talebani: 400 scuole rase al suolo, privando 40 mila ragazze del diritto all'istruzione.

Malala, una forza di pace
Gugghenheim capovolge la prospettiva della distruzione credendo nella capacità del suo film di costruire, facendo di Malala una forza di dialogo, pace e progresso per proteggere le ragazze e chiedere istruzione per tutti. "Se qualcun altro venisse ispirato a parlare a gran voce vedendo questo film, sarebbe qualcosa di speciale", è l’auspicio del regista. Mentre le immagini sullo schermo sono quelle dei tre milioni di bambini in Siria che hanno smesso di andare a scuola. Un altro fronte tragico, un altro dramma senza fine.








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