2015-11-09 17:50:00

Firenze 2015, Lorizio: s'inaugura stile sinodale


"Con Firenze si inaugura uno stile nuovo nella Chiesa italiana: quello della partecipazione sinodale. Infatti, i protagonisti del convegno, oltre allo Spirito Santo che mi auguro sia il primo protagonista, saranno: il vescovo di Roma, che arriva a Firenze per celebrare con noi, e i delegati che avranno molto tempo per potersi ascoltare e poter reciprocamente dialogare". Dal capoluogo toscano, alla vigilia della visita di Papa Francesco, in occasione del 5° Convegno nazionale della Chiesa italiana, mons. Giuseppe Lorizio, ordinario di teologia fondamentale alla Pontificia Università Lateranense, racconta così le aspettative che caratterizzano l'atteso appuntamento. 

L'umanesimo di una nuova alleanza

Don Pino sarà chiamato, con il sociologo Mauro Magatti, mercoledì mattina alla Fortezza da Basso di Firenze, a pronunciare la relazione introduttiva al Convegno che ha come tema 'In Gesù Cristo il nuovo umanesimo'. Ma qual è questo nuovo umanesimo? "Nella comunità ecclesiale - spiega - è quello che nasce dalla fede in Cristo Gesù: l'umanesimo di una nuova alleanza, cioè di una ritrovata alleanza nelle diverse sfere della conizione umanaPer fare in modo che, laddove delle alleanze risultano infrante, riescano a riconciliarsi. E non a caso questa riflessione precede di poco l'inizio del Giubileo della Misericordia". Ma a quali alleanze si riferisce il teologo? "In Gesù vediamo il massimo di comunione e alleanza tra Dio e l'uomo", spiega Lorizio. "E questo deve essere il punto di riferimento per quelle alleanze che spesso risultano infrante anche nel nostro Paese. Quella fra uomo e natura, quella tra uomo e donna; quella tra generazioni e quella tra i popoli e le religioni. Ma quella principale, che sta a cuore alla Chiesa, è quella tra Cristo e la Chiesa: un'alleanza che nessuno scandalo potrà mai mettere in discussione".

Educarsi alla sinodalità

Nella traccia preparatoria di Firenze 2015 si sottolinea la necessità di "liberare le nostre strutture dal peso di un futuro che abbiamo già scritto, per aprirle all'ascolto delle parole dei contemporanei". Quanto sarà importante l'ascolto a Firenze? Risponde mons. Lorizio: "Sarà fondamentale, tanto che per buona parte del tempo i delegati diocesani non staranno ad ascoltare conferenze o corsi di aggiornamento e nemmeno a elaborare progetti pastorali. Saranno impegnati soprattutto ad ascoltarsi tra di loro, sulla base delle domande predisposte secondo 'le cinque vie' del convegno, si riuniranno in gruppi prima da dieci, poi da cento e poi da quattrocento, per inaugurare uno stile sinodale nella Chiesa italiana". "Ma, ovviamente, è solo un piccolo seme. La sinodalità e questo stile non si possono improvvisare. E allora sarà necessario, nel dopo Firenze, attivare dei percorsi di formazione teologica e metodologica, per i laici, i religiosi, i sacerdoti e i vescovi stessi, perché ci educhiamo alla sinodalità". "In questi cinquant'anni che ci separano dal Concilio - conclude il teologo - la Chiesa italiana ha provato sempre nei suoi convegni nazionali a ripensare se stessa nell'ottica della partecipazione. Quello che ci aspettiamo da Firenze 2015, visto che i messaggi non cadono dall'alto ma sono percepiti, vissuti dalla base, anche attraverso una corretta riflessione teologica, è che questo possa portare molti frutti alla Chiesa italiana".








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