2015-11-10 11:00:00

Papa al neo vescovo De Donatis: omelie brevi e tanta misericordia


Il Papa ha presieduto ieri pomeriggio in San Giovanni in Laterano, nel giorno della festa della Dedicazione della Basilica cattedrale di Roma, la Messa per l’ordinazione episcopale di mons. Angelo De Donatis. Pugliese, 61 anni, sacerdote dal 1980, il neo presule è stato nominato ausiliare di Roma e ha tenuto gli esercizi spirituali al Papa e alla Curia nella scorsa Quaresima. A lui Francesco ha affidato la formazione del clero a Roma chiedendo in particolare di “essere misericordioso nelle parole e nell’atteggiamento”. Il servizio di Gabriella Ceraso:

“Vuoi fratello carissimo adempiere fino alla morte il ministero a noi affidato dagli Apostoli che noi ora trasmettiamo a te mediante l’imposizione delle mani con la grazia dello Spirito Santo?”:

“Sì lo voglio”.

Il presbitero Angelo de Donatis è così ordinato vescovo dal Papa. In un rito sempre suggestivo accetta gli impegni solenni nei confronti della Chiesa e del popolo di Dio, quindi, dopo l’imposizione delle mani e l’unzione con il sacro crisma, con grande commozione riceve il libro del Vangelo insieme ai simboli del suo ministero anello, mitra e pastorale. Infine, il caro abbraccio del Papa e degli altri vescovi.

Omelie siano semplici e brevi, che tutti capiscano
Francesco pronuncia l’Omelia rituale del Pontificale romano, riflettendo sull’”alta responsabilità ecclesiale cui è chiamato il nuovo vescovo”, nel quale continua e sviluppa fino ai nostri tempi “l’opera del Salvatore”. “Episcopato è il nome di un servizio e non di un onore” ricorda il Papa seguendo il testo che poi lascia per delle aggiunte a braccio nelle esortazioni specifiche che rivolge al neo presule, a partire dall’annunzio della Parola:

“Annunzia la Parola in ogni occasione opportuna e alle volte non opportuna; ammonisci, rimprovera, ma sempre con dolcezza; esorta con ogni magnanimità e dottrina. Le tue parole siano semplici, che tutti capiscano, che non siano lunghe omelie. Mi permetto di dirti: ricordati di tuo papà, quando era tanto felice di avere trovato vicino al paese un’altra parrocchia dove si celebrava la Messa senza l’omelia! Le omelie, che siano proprio la trasmissione della grazia di Dio: semplici, che tutti capiscano e tutti abbiano la voglia di diventare migliori”.

Ascolto paziente
Al neo presule a Roma il Papa affida in particolare la formazione del clero, presbiteri, seminaristi e diaconi, da amare, dice “con tutto il cuore” di padre e di fratello. E insieme con loro anche i poveri, gli indifesi e a quanti hanno bisogno di aiuto. "Ascoltali volentieri e con pazienza" sottolinea il Pontefice: "Tante volte ci vuole tanta pazienza, ma per il Regno di Dio si fa così!”.

La misericordia del Padre: tanto necessaria alla Chiesa e al mondo
E proprio nell’impegno nei confronti del clero Francesco avanza, ancora parlando a braccio, una richiesta specifica al nuovo vescovo, alla vigilia del Giubileo della misericordia:

“Ti chiedo – come fratello – di essere misericordioso. La Chiesa e il mondo hanno bisogno di tanta misericordia. Tu insegni ai presbiteri, ai seminaristi la strada della misericordia. Con parole, sì: ma soprattutto con il tuo atteggiamento. La misericordia del Padre che sempre riceve, sempre c’è posto nel suo cuore, mai caccia via nessuno. Aspetta. Aspetta. Questo ti auguro: tanta misericordia”.








All the contents on this site are copyrighted ©.