2015-11-12 11:30:00

Papa a vescovi Slovacchia: accogliere migranti rispettando dignità persona


In un ambiente multiculturale “sempre più esteso” e contrassegnato dalle “opportunità” offerte dalle migrazioni, occorre favorire “reciproco rispetto” e incontro. Così il Papa ai vescovi della Repubblica Slovacca, in visita ad Limina. Ai presuli, guidati dal presidente della locale Conferenza episcopale, mons. Stanislav Zvolensky, arcivescovo di Bratislava, il Pontefice ha inoltre raccomandato un adeguato accompagnamento pastorale delle famiglie, “anche di quelle non complete”. Il servizio di Giada Aquilino:

Le opportunità offerte dalle migrazioni
Nelle “difficoltà” del momento attuale, caratterizzato da globalizzazione e rapide trasformazioni “in tanti ambiti della vita umana”, anche le nazioni meno numerose affrontano “minacce” e al tempo stesso “elementi che possono offrire nuove opportunità”, come il fenomeno delle migrazioni, che è poi un “segno dei tempi”, da comprendere e affrontare “con sensibilità e senso di giustizia”. Lo ha evidenziato Papa Francesco, nel discorso consegnato ai vescovi slovacchi, spiegando che la Chiesa è chiamata a “proclamare e testimoniare l’accoglienza del migrante in spirito di carità e di rispetto della dignità della persona umana”, nel contesto di una “necessaria osservanza della legalità”. Proprio di fronte alla prospettiva di un “ambiente multiculturale sempre più esteso”, ha sottolineato, occorre assumere atteggiamenti di “reciproco rispetto” per favorire l’incontro.

Su vita e famiglia, dialogo fruttuoso secondo tradizione cattolica
E il popolo slovacco potrà farlo mantenendo la propria “identità culturale” e il “patrimonio di valori etici e spirituali”, fortemente legato alla sua tradizione cattolica, in modo da “aprirsi senza timori” a un confronto in prospettiva “continentale e mondiale” e a un “sincero e fruttuoso dialogo”, anche su tematiche quali la dignità della vita umana e la famiglia.

Chiesa, scuola di comunione
La Chiesa, d’altra parte, è chiamata ad essere “casa e scuola di comunione”, in cui si sa apprezzare e accogliere quanto c’è di “positivo” nell’altro. E, al tempo stesso, in particolare in Slovacchia, è chiamata a “portare avanti” la pastorale dei Rom, con un’opera di vasta evangelizzazione per queste persone che, “purtroppo”, continuano a vivere in una “certa separazione sociale”.

Linguaggio nuovo dell’evangelizzazione
Urgente, ha proseguito, appare pure l’esigenza di un’evangelizzazione che, “con linguaggio nuovo”, renda più comprensibile il messaggio di Cristo, affinché “tutti i cambiamenti del momento attuale” si trasformino in un rinnovato incontro col Signore. In tal senso, i fedeli laici, attraverso “i fermenti evangelici”, non possono esimersi dall’operare “anche all’interno dei processi politici” volti al bene comune. Il Pontefice a quindi esortato i vescovi a riconoscere il loro “ruolo nella vita delle comunità ecclesiali”.

Accompagnamento a famiglie, anche quelle “non complete”, e giovani
Allargando lo sguardo alla famiglia, oggi sottoposta a “tante insidie” e difficoltà, Francesco ha chiesto una “pastorale familiare integrale” a livello diocesano e nazionale, con un “adeguato accompagnamento” delle famiglie, “anche di quelle non complete, soprattutto se vi sono dei figli”. È necessario inoltre valorizzare i giovani, perché in essi - ha notato il Papa - “pulsa un forte desiderio di servizio al prossimo e di solidarietà”, che richiede - ha aggiunto – “chiare indicazioni dottrinali e morali” e un orientamento e una fiducia dei pastori per trasformarsi in un incontro vivo con Cristo, nella prospettiva della diffusione del Vangelo. Nonostante le “tante lusinghe che invitano all’edonismo, alla mediocrità e al successo immediato”, ha assicurato il Pontefice, i giovani non si lasciano “intimorire facilmente” dalle difficoltà, pronti all’impegno “senza riserve”, quando si presenta loro l’autentico significato della vita.

Vita esemplare dei sacerdoti
L’invito di Francesco ai presuli è stato poi ad avere “grande sollecitudine paterna” verso i sacerdoti, con programmi ben articolati di formazione in teologia, spiritualità, pastorale e dottrina sociale della Chiesa: perché, per gran parte del Popolo di Dio, essi “sono il canale principale attraverso il quale passa il Vangelo” e “l’immagine più immediata” mediante cui incontrano il mistero della Chiesa”. La loro preparazione va dunque sempre unita alla testimonianza di una “vita esemplare”, alla comunione con i vescovi, alla fraternità nel sacerdozio, all’affabilità nel rapportarsi con tutti, oltre che a quel tipo di pace spirituale e di ardore apostolico “che solo il contatto costante con il divino Maestro può dare”. I sacerdoti inoltre vanno ascoltati e trattati “con fiducia, mostrando attenzione per le difficoltà che tante volte li affliggono”, ha aggiunto Francesco.

Solidarietà coi più bisognosi
Quindi ha sollecitato a “ristabilire” in Slovacchia buoni contatti tra pastori e persone consacrate, valorizzando “meglio” l’apporto di tutti i religiosi nell’attività pastorale. Un ringraziamento particolare è andato ai sacerdoti e alle comunità religiose maschili e femminili, ai catechisti e agli altri collaboratori nell’opera di evangelizzazione, come pure alle persone e alle istituzioni dedite alla carità e alla solidarietà con i più bisognosi.








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