2015-11-14 15:00:00

Siria, vertice a Vienna: a stragi si risponde trovando vie di pace


L'eco della carneficina di Parigi è risuonata anche durante i lavori del vertice di pace per la Siria, che si svolge a Vienna. Bisogna rispondere al terrorismo trovando vie d'uscita negoziali al conflitto siriano, è stato affermato dai vertici istituzionali impegnati al vertice. il servizio di Stefano Marchi:

Gli eccidi terroristici di ieri in Francia danno un "altro significato" ai nuovi negoziati per la pace in Siria, in corso oggi a Vienna. Lo ha affermato l’Alta Rappresentante dell’Unione Europea, Federica Mogherini, poco prima dei laboriosi colloqui diplomatici nella capitale austriaca. "Tutta la comunità internazionale patisce il terrorismo", ha detto Mogherini. "La miglior risposta a questo - ha soggiunto - è riunirsi, superare i nostri dissensi e cercare insieme la strada verso una pace in Siria, producendo risultati". La stessa Mogherini ha  risposto "sì" quando le si è chiesto se prevedesse dei progressi concreti oggi a Vienna.

L'opzione del governo di transizione
A questi negoziati partecipano i capi diplomazia di una ventina di Paesi, influenti o interessati dalla guerra civile siriana, più l’Onu, la Lega Araba e l’Ue. L’obiettivo è un compromesso, che renda possibile in Siria una tregua tra il governo di Bashar Al Assad e l’opposizione armata moderata, con la formazione di un esecutivo di transizione composto in modo consensuale da entrambe le parti. Questo governo avrebbe pieni poteri e lotterebbe contro gli apparati terroristici e militari dello Stato islamico e di Jabha An Nusra.

Una nuova Costituzione
Intanto, un comitato redigerebbe la nuova Costituzione della Siria, da sottoporre a referendum anche tra la diaspora, prima di elezioni libere parlamentari e presidenziali. Ma tutto questo permane impedito da due dissidi: uno sul futuro di Al Assad, l’altro sulla definizione dei gruppi terroristici in Siria, esclusi da tregua e governo di transizione. Questi dissidi oppongono da un lato gli occidentali e le monarchie del Golfo e dall’altro Iran e Russia.








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