Si chiama “Safe passage” l’indagine condotta dal Centro per i diritti umani di Belgrado e dall’Oxfam su oltre cento profughi che hanno attraversato il confine bulgaro con Serbia e Turchia e sarebbero stati oggetto di soprusi e violenze da parte della polizia bulgara. Le testimonianze raccolte da afghani, siriani e iracheni raccontano di estorsioni, rapine e pestaggi con le pistole da parte degli agenti, perpetrate anche all’interno dei centri di prima accoglienza sul territorio.
“L’Ue dovrebbe intervenire, violenze inaccettabili”
Le interviste sono state effettuate a Dimitrovgrad,
alla frontiera tra Serbia e Bulgaria, dove ogni giorno passano fino a 200 persone.
“Con questo rapporto, vogliamo far sapere a tutto il mondo cosa presumibilmente accade
in Bulgaria su base quotidiana – ha detto Nikolina Milic, del Centro per i diritti
umani di Belgrado – queste violenze sono inaccettabili per l’Unione Europea”. Le fa
eco Stefano Baldini, direttore di Oxfam per l’Europa sudorientale, dove l’organizzazione
si sta occupando dell’installazione di servizi igienici e della distribuzione di acqua
e materiale sanitario a circa 100 mila persone tra Serbia e Montenegro: “L’Ue deve
intervenire e agire per garantire il rispetto dei diritti umani fondamentali all’interno
dei suoi confini”. (R.B.)
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