È una frenetica attività investigativa quella che sta attraversando la Francia in queste ore. Un’ondata di arresti e oltre 160 perquisizioni per far emergere la rete di complicità che ha permesso agli otto attentatori di eseguire la carneficina di venerdì scorso a Parigi. Su tutto, la probabile individuazione della “mente” degli attacchi: il 29.enne di origine marocchine Abdelhamid Abaaoud, fuggito in Siria nello scorso gennaio per combattere con l’Is. Il servizio di Francesca Pierantozzi:
Parigi riprende la vita normale o almeno ci prova. A mezzogiorno il minuto di silenzio in tutto il Paese. Particolarmente commovente vedere il presidente, François Hollande, che ha scelto di raccogliersi davanti alla Sorbona: un omaggio ai tanti studenti che sono tra le vittime degli attentati di venerdì.
Arresti e perquisizioni
E intanto è partita l’offensiva contro gli ambienti
radicali, serbatoio del terrorismo. Questa mattina il ministro dell’Interno, Cazeneuve,
ha fatto il bilancio di un blitz: 23 le persone fermate tra Lione, Grenoble, Marsiglia,
la banlieu di Parigi, 104 sono agli arresti domiciliari. Sequestrati armi ed esplosivi.
Ed avanza anche l’inchiesta sui kamikaze e sui loro complici, senz’altro più di uno.
Finora sono stati identificati cinque terroristi: quattro sono francesi, uno probabilmente
siriano.
Caccia al terrorista in fuga
È caccia anche a Salah Abdeslam che aveva noleggiato
le auto servite ai terroristi. Suo fratello si è fatto esplodere su Boulevard Voltaire.
Lui è in fuga, forse in Spagna o addirittura in Italia. In mattinata si è diffusa
la notizia di un suo arresto a Bruxelles, poi smentita.
Prosegue il riconoscimento delle vittime
E prosegue anche la dolorosa identificazione delle
vittime: almeno 20 sono ancora senza nome. Tante anche le famiglie che cercano un
loro caro scomparso da venerdì. La speranza ormai è che sia tra i feriti gravi, ricoverati
nei diversi ospedali della città.
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