2015-11-16 14:20:00

Timori di patriarchi e vescovi del Libano per il Medio Oriente


L’Assemblea dei patriarchi e dei vescovi cattolici in Libano (Apecl) ha reso pubblico, in un comunicato, l’esito dei lavori della sessione annuale che si è tenuta dal 9 al 14 novembre scoirsi, e focalizzati sulla “cooperazione pastorale fra le Chiese cattoliche in Libano”. Al di là delle preoccupazioni di più stretta natura ecclesiale - riferisce l'agtenzia AsiaNews - la sessione dell’Apecl sembra essere stata dominata dai rovesciamenti geopolitici in corso e dalla notizia del terribile massacro di Parigi, sopraggiunta all’indomani dell’ecatombe di Bourj el-Brajneh (Beirut); due attentati rivendicati dal sedicente Stato Islamico (Is), che i patriarchi e i vescovi hanno condannato senza mezzi termini. 

La sicurezza regionale è diventata responsabilità internazionale
Relegati all’ultima parte del documento, i timori sulle questioni geopolitiche dell’Apecl si riflettono nel fatto che la sicurezza non è più alla portata degli Stati della regione. Ed è per questo che l’Apecl ritiene che “la sicurezza regionale è diventata ormai responsabilità internazionale”. Condannando le violenze di cui sono oggetto i cristiani e le altre minoranze in Siria e in Iraq, l’Apecl preme sulla comunità internazionale e le grandi potenze mondiali perché mettano fine alla guerra e giungano a “soluzioni pacifiche” ai conflitti, “nel rispetto del diritti internazionale che assicuri i diritti dei popoli e degli Stati e garantire la loro integrità territoriale”. Una chiara allusione al progetto di divisione della Siria, avversato con forza da tutte le Chiese orientali. 

Patriarca Rai condanna attentati a Parigi e Beirut
​Nella sua omelia domenicale il patriarca maronita, card Béchara Raï, ha condannato con fermezza gli attacchi terroristici che hanno colpito Beirut e Parigi, deplorando anche il fatto che certe nazioni sostengano “finanziariamente e moralmente” i gruppi terroristi. Il capo della Chiesa maronita fa anche riferimento alla doppiezza di certi Stati della regione, i cui rapporti con i gruppi estremisti islamici violenti sono quantomeno ambigui. (F.N.)








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