Impegno a finalizzare il progetto di traduzione della Bibbia liturgica africana e a continuare a operare in modo che tutti i fedeli abbiano accesso alla Parola di Dio: sono due delle risoluzioni approvate al termine del seminario organizzato nei giorni scorsi a Kigali, in Rwanda, dal Centro biblico di Africa e Madagascar (Bicam) organismo in seno al Simposio delle conferenze episcopali (Secam) per celebrare il 50.mo anniversario della costituzione dogmatica sulla divina rivelazione “Dei Verbum”del 1965.
Dare nuova linfa all’apostolato biblico in tutte le diocesi
Vi hanno partecipato vescovi, esperti e coordinatori dell’apostolato biblico provenienti
da vari Paesi africani e da Germania, Italia e Francia. L’obiettivo del convegno,
intitolato “Dei verbum pietra miliare sul cammino ecclesiale. Apporto esegetico, teologico,
spirituale, pastorale ed ecumenico in Africa” – riferisce L’Osservatore Romano –
era di ribadire l’importanza della costituzione dogmatica per l’intero continente,
soprattutto alla luce delle due esortazioni apostoliche post-sinodali “Ecclesia in
Africa”, del 1995, e “Africae munus”, del 2011. Tenendo conto delle indicazioni contenute
in questi documenti (ad esempio riguardo alla giustizia, la pace e il buon governo
in un contesto di crisi socio-economica e morale), i partecipanti hanno preso l’impegno
di dare nuova linfa all’apostolato biblico in tutte le diocesi, intensificando la
pratica della lectio divina.
Maggiore impegno nella diffusione e nella proclamazione della Parola di
Dio
“Di fronte alle sfide teologiche, ecclesiologiche e pastorali di oggi e davanti alle
derive di alcune confessioni cristiane”, viene auspicato maggiore impegno “nella diffusione
e nella proclamazione della Parola di Dio” e, coinvolgendo università cattoliche e
biblisti, “nella formazione in parrocchie, comunità ecclesiali di base e famiglie”.
Nel comunicato finale si ricorda che, sul piano teologico, la “Dei verbum” offre “un
chiarimento nuovo sulla funzione della Scrittura che dà alla teologia vigore e vita”,
ovvero che “tutta la teologia o pensiero su Dio deve essere elaborato a partire dal
dato scritturale”. Inoltre la costituzione riconosce il valore scientifico dell’esegesi,
che “è al servizio della teologia”, e pone la Bibbia al centro della spiritualità
cristiana esaltando la lettura orante della Scrittura come espressione di fede e preghiera.
Il testo biblico al centro del dialogo ecumenico
Dal punto di vista ecumenico, il documento conciliare “apre un nuovo rapporto con
le Chiese non cattoliche e mette il testo biblico al centro dell’intero dialogo”.
Infine, sul piano pastorale, nella prospettiva di un accesso di tutti i fedeli alla
Scrittura, “Dei verbum” “inaugura una nuova era di apostolato suggerendo la traduzione
nelle lingue vernacolari e ogni altra azione missionaria volta alla promozione delle
Scritture dentro e fuori la Chiesa”. (L.Z.)
All the contents on this site are copyrighted ©. |