2015-11-18 13:51:00

Mons. Auza: Onu, troppe spese per la pace, più denaro a sviluppo


Costa cifre enormi mantenere la pace a livello di Nazioni Unite, invece le risorse destinate alle emergenze dovrebbero essere destinate a favorire il progresso delle nazioni più in difficoltà, che è poi la scelta più lungimirante per arrivare a un mondo pacificato. È il pensiero di fondo dell'osservatore permanente della Santa Sede presso l'Onu, mons. Bernardito Auza, nel suo intervento di ieri al Palazzo di Vetro nel corso di un dibattito dedicato ai temi dello sviluppo, della pace, della sicurezza e dei diritti umani. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Nell’esprimere ancora a nome della Santa Sede la solidarietà e il dolore “per tutte le vittime degli atroci attentati terroristici a Parigi, Beirut e altrove”, mons. Auza è tornato a sottolineare come i quattro temi oggetto di riflessione al dibattito Onu – e cioè sviluppo, pace, sicurezza e diritti umani – sono “intimamente collegati e si rafforzano a vicenda”, rendendo tale vincolo, ha detto, “uno dei principi guida del mantenimento della pace e della costruzione della pace”.

Il consenso che esiste su questa convinzione di principio, ha affermato il rappresentante vaticano alle Nazioni Unite di New York, “deve essere tradotto in realtà, se vogliamo riuscire a preservare le generazioni presenti e future – ha osservato – dal flagello della violenza e raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile”, in particolare quelli fissati fino al 2030.

Il bilancio totale per le operazioni di mantenimento della pace, per il periodo dal primo luglio 2015 e il giugno 2016, “approvato lo scorso giugno dall'Assemblea generale, è pari – ha riferito mons. Auza – a 8 miliardi e 200 milioni di dollari”. Un esborso enorme se paragonato ai costi di gestione di alcuni Paesi meno sviluppati. “Tali cifre – ha detto l’osservatore vaticano – sono un appello indiretto” contro chi ancora si ostina a considerare sviluppo, pace, sicurezza e diritti umani “come attività separate”.

Viceversa, ha indicato mons. Auza, “i progetti di sviluppo in grado di aiutare nella prevenzione dei conflitti devono avere la precedenza” e potrebbero contribuire a un notevole calo delle “spese future delle operazioni di pace”. Mentre, ha insistito, “le risorse spese per le operazioni di pace dovrebbero essere destinate a progetti di sviluppo il più presto possibile una volta che le situazioni inizino a stabilizzarsi” e in questo il Consiglio di sicurezza dell’Onu “potrebbe contribuire a mobilitare le risorse per lo sviluppo come una componente chiave dei suoi obiettivi di pace e sicurezza”.

Un’ultima considerazione del rappresentante pontificio ha riguardato “l’importanza del ruolo” dei movimenti di base e delle organizzazioni religiose “nella prevenzione dei conflitti e nella costruzione della pace”. I loro “punti di forza”, ha asserito, “non sono né in risorse materiali né nelle competenze scientifiche né nel potere politico”, ma nella loro capacità di creare leader in grado “di ispirare l'azione concreta” all’interno delle loro comunità, spingendole “a lavorare insieme per qualcosa di più grande di loro”. Poiché, ha concluso, “tenacia, visione e impegno a lungo termine” sono esattamente le caratteristiche necessarie a costruire la pace e a far sì che essa sia consolidata “attraverso migliaia di azioni quotidiane”.








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