2015-11-19 13:58:00

Siria. Mons. Zenari: crisi si risolve solo se il mondo coopera


In Siria, proseguono i raid di Francia e Russia su Raqqa, la roccaforte dello Stato islamico dalla quale a decine i jihadisti stanno scappando verso Mosul, in Iraq, altra città da tempo nelle loro mani. Per quanto riguarda la guerra civile, c’è attesa a Goutha, nell’area di Damasco, per il cessate-il-fuoco di 15 giorni tra l’esercito di Assad e i ribelli, che dovrebbe essere annunciato nelle prossime ore. Si parla dei conflitti in corso anche nell’assemblea dei vescovi cattolici siriani, che oggi hanno in programma un momento di preghiera con i rappresentanti delle altre chiese cristiane locali. Al microfono di Roberta Barbi, la testimonianza di mons. Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria:

R. – La situazione attuale è stata passata in rassegna: si cerca di fare tutto il possibile con le nostre istituzioni assistenziali, caritative, per venire un po’ in aiuto a questo mare di bisogni. Le esigenze sono enormi e quello che possiamo fare – quello che è a nostra disposizione pur con tutti gli aiuti che vengono dall’esterno e dei quali dobbiamo essere molto riconoscenti – è sempre una goccia in questo mare di povertà, di bisogno. Si è cercato di passare in rassegna questo impegno della Chiesa e ci si è resi conto anche dell’enormità dei problemi che stanno davanti a noi, anche ai pastori. E' una situazione veramente molto dolorosa quella che sta vivendo la popolazione, quella che stanno vivendo i cristiani, tutti quanti.

D. – Quale può essere il futuro del Paese? Obama oggi è tornato a escludere uno scenario che continui a prevedere Assad…

R. – È possibile che questa crisi che è intervenuta in un modo così drammatico e doloroso in Europa, i tristi avvenimenti di Parigi possano dare inizio anche a una svolta, non solo per risolvere la situazione che è in quella zona lì, sotto l’Is, ma anche per risolvere questo conflitto che dura ormai da cinque anni. Occorre una cooperazione, un coordinamento a livello internazionale per risolvere questa crisi, a livello anche poi regionale. Non è più un semplice conflitto civile com’era cominciato, ma è divenuta, adagio adagio, una guerra per procura con interessi forti, interessi regionali e anche interessi internazionali. Quindi, si spera che questa crisi causata da questi tragici eventi terroristici a Parigi possa un po’ far unire le forze della comunità internazionale affinché si prendano decisioni per risolvere la crisi alla radice del conflitto che è iniziato cinque anni fa in Siria e che poi è andato sempre di più complicandosi fino ad arrivare a questo focolaio anche in quelle zone del Califfato, questo focolaio di terrorismo.

D. – Si parla anche di una tregua imminente tra Damasco e i ribelli, è vero?

R. – Ne ho avuto notizia, ma non ho ancora potuto verificare. Spero che possa essere vero e che possa venire applicata. Questo era nei piani concordati anche a quella riunione di Vienna di alcuni giorni fa: andare avanti di pari passo con la tregua, il cessate-il-fuoco e con la soluzione del problema politico. Speriamo siano dei buoni segni e che possano continuare.








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