2015-11-19 12:32:00

Vespri per la pace, card. Vallini: serve conversione dei cuori


Il cardinale vicario, Agostino Vallini, ha presieduto ieri sera a Roma la recita dei Vespri per commemorare le vittime di Parigi e auspicare la pace in Siria e in Iraq. La cerimonia si è aperta con la testimonianza di padre Firas Lutfi, dei Francescani minori, in partenza per Aleppo, dove la popolazione vive in uno stato di crescente insicurezza ed è sfinita dalla siccità. Alla liturgia hanno preso parte anche i vescovi Matteo Zuppi, Paolo Lojudice ed esponenti delle Chiese orientali presenti a Roma. Il servizio di Eugenio Murrali:

Nella cornice di spiritualità del monastero dei Santi Quattro Coronati, a Roma, il cardinale Agostino Vallini ha esortato i fedeli a pregare per la conversione del cuore, l’unica via per una pace duratura:

"Perché il mondo, così evoluto, vive e prospera sul sangue degli innocenti? Purtroppo, oggi tanti cuori sono di pietra. Allora, noi siamo qui per pregare e invocare la pace per la Siria, per l’Iraq, per tutto il Medio Oriente, per il piccolo Burundi, che in questi giorni sta di nuovo sull’orlo di un massacro, per le guerre che fanno notizia, ma anche per le guerre che non fanno notizia".

Grazie alla testimonianza di fra Firas Lutfi, l’incontro di preghiera è stato anche un momento di riflessione sulle condizioni sempre più gravi nelle quali vivono i siriani:

"Quanto è terrificante vedere famiglie intere fare la fila per attingere un po’ di acqua per bere. Non c'è la luce: hanno già fatto saltare per aria più di una volta la centrale elettrica che porta luce a tutta la città. Non si è sicuri né quando si cammina per strada, andando al lavoro, se il lavoro c’è, né stando a casa, perché i missili hanno bombardato i quartieri che generalmente sono abitati da cristiani. Più di 700 famiglie, mi diceva il parroco di Aleppo, sono dovute scappare con i soli vestiti che avevano addosso. Ma scappare verso dove? Andare dove? Se da due anni le ambasciate di tutto l’Occidente hanno chiuso e l’unica via di uscita è quella di intraprendere quella via illegale, quello che Papa Francesco chiama il mare della morte. E per procurarsi questo viaggio vendono tutti i loro averi, anche la casa che hanno guadagnato col sudore della propria fronte, e prendono anche prestiti e spesso e volentieri vengono derubati. Quelle persone non cercano altro che un po’ di sicurezza e un po’ di dignità".

L’iniziativa è stata organizzata dal Centro per la cooperazione missionaria tra le Chiese e dall’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma. In segno di fratellanza, le monache Agostiniane del monastero e alcuni rappresentanti della comunità orientale hanno animato insieme la liturgia.








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