La Chiesa cattolica condanna energicamente l'uso della immagine di Papa Francesco per attività politiche. La Conferenza Episcopale Boliviana (Ceb) ha emesso un comunicato, pervenuto a Fides, in cui "deplora e condanna ogni forma di manipolazione o uso interessato dei messaggi e delle immagini della Chiesa cattolica e, in particolare, del suo Capo e Pastore, che è il Papa Francesco". Il testo aggiunge "chiediamo maggiore rispetto per la figura del Santo Padre, da parte delle autorità e dei dirigenti della pubblica amministrazione. I messaggi devono essere letti nella sua interezza, nel contesto in cui sono stati consegnati, evitando letture parziali e di interesse privato".
A 4 mesi dalla visita papale il confronto politico si fa sempre più duro
Nei giorni scorsi, Samuel Doria Medina, leader politico dell'opposizione, ha pubblicato
una fotografia del Santo Padre con la parola “No” verniciata sulla sua mano destra,
riferendosi alla rielezione del Presidente Morales e ad una frase del Papa: "mantenere
a lungo la leadership conduce alla tirannia". A 4 mesi dalla visita del Papa in questo
Paese, durante la quale aveva parlato a favore del cambiamento politico e del dialogo
come elementi principali nella vita di un Paese, la situazione è diventata ancora
una volta pesante a causa della campagna politica a favore del “si” o del “no” al
referendum costituzionale del 21 febbraio 2016, che intende proporre la ripresentazione
per un quarto mandato, non previsto dalla Costituzione, di Evo Morales e Alvaro Garcia,
Presidente e vice-Presidente della Bolivia attualmente in carica.
Anche il Presidente Morales ha sfruttato le parole del Papa
Secondo informazioni riprese dall'agenzia Fides, la stessa opposizione ha criticato
l’uso dell'immagine del Papa da parte di Doria Medina, come mancanza di rispetto per
la comunità cattolica boliviana, ma ha criticato anche il Presidente Morales per aver
fatto affiggere manifesti in diversi luoghi del Paese con delle frasi del Papa a suo
favore, insieme alla foto del suo incontro con il Papa durante la visita in Bolivia. (C.E.)
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