2015-11-21 11:30:00

Beati 26 martiri Cappuccini. Amato: cristiani perseguitati e dimenticati


Sono stati beatificati oggi nella Cattedrale di Barcellona 26 martiri Cappuccini uccisi in odio alla fede durante la guerra civile spagnola. Si tratta di padre Federico da Berga e 25 compagni, sacerdoti e fratelli laici. A presiedere il rito, il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il cardinale Angelo Amato, che ci parla dei nuovi Beati al microfono di Roberto Piermarini:

R. - Le uccisioni avvennero durante la persecuzione religiosa del 1936-37, quando la Chiesa spagnola divenne un tragico campo di morte con la soppressione violenta di migliaia e migliaia di vittime innocenti, vescovi, sacerdoti, consacrati e consacrate, laici. In questo tempo di terrore furono uccisi religiosi e religiose, tutti appartenenti a congregazioni benemerite della società spagnola e delle persone più bisognose. Erano Benedettini, Agostiniani, Francescani, Domenicani, Carmelitani, Trinitari, Mercedari, Gesuiti, Figlie della Carità, Figlie di Maria Ausiliatrice, Scolopi, Fratelli dell'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio, Maristi, Marianisti, Claretiani, Salesiani e tanti altri.

D. - Quale fu la sorte di questi martiri cappuccini?

R. - L'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, il cui unico scopo era quello di beneficare i fedeli con l'eterno messaggio evangelico e francescano di "Pace e Bene", pagò anch'esso un elevato tributo di sangue, con l'uccisione di molti religiosi e, nel nostro caso, con il martirio di padre Federico da Berga e 25 confratelli sacerdoti e laici, dediti alla preghiera, allo studio, alla predicazione e alla carità verso i più poveri.

D. -  Come avvenne il loro martirio?

R. - Scoppiata la rivoluzione alla fine di luglio del 1936 i cappuccini furono cacciati dai loro conventi, che vennero saccheggiati e bruciati. Andarono distrutti mobili, biblioteche, dipinti preziosi, oggetti di culto. I religiosi si dispersero presso parenti, amici e conoscenti. Trentasei furono uccisi. Di essi, ventisei vengono proclamati beati come martiri della fede. La maggior parte di loro erano giovani entusiasti con un avvenire pieno di sogni apostolici. Fra Jordi de Santa Pau, ad esempio, era un diciannovenne buono, allegro, aperto alla vita. Disegnava bene e amava la pittura. Fu ucciso il 28 luglio del 1936. Fra Pacià Maria da Barcellona, anch'egli diciannovenne, da ragazzo era stato attivo nella Federazione dei Giovani Cristiani. Aveva emesso i voti nel marzo del 1936. Durante i primi mesi della persecuzione con coraggio portava la comunione agli ammalati e alle persone minacciate. Fu assassinato il 24 gennaio del 1937. Un altro diciannovenne, Fra Marçal de Vilafranca si congedò da sua madre dicendo: «Sta' tranquilla, mamma; la mia coscienza è in pace con Dio». I persecutori non risparmiarono nemmeno il più giovane, il diciottenne Fra Lluís d'Igualada, rifugiatosi in casa dei suoi parenti. Nato nel 1918, fu ucciso nel cimitero del villaggio di Claramunt il 31 ottobre del 1936.

Cacciati dai loro conventi bruciati e devastati, i frati erano consapevoli della loro sorte martiriale e abbracciarono «sorella morte» con la stessa serenità e gioia del loro patriarca San Francesco: «Laudato si', mi' Signore, per sora nostra morte corporale».

D. - Cosa dice oggi a noi tutti il martirio di questi Beati cappuccini?

R. - Il martirio di questo gruppo di Cappuccini ricorda a tutti noi che la ferocia anticristiana è viva ancora oggi. Secondo un rapporto dell'Aiuto alla Chiesa che soffre (ACS), pubblicato un mese fa, i cristiani sono il gruppo religioso più perseguitato, ma anche più dimenticato al mondo. I mezzi di comunicazione sociale, purtroppo, non parlano delle gravi limitazioni della libertà religiosa subite dai cristiani. Oggi sono almeno 22 i Paesi in cui i battezzati soffrono espulsioni, persecuzioni e uccisioni. Solo per fare un esempio, nell'aprile scorso, a Garissa, in Kenya, sono stati uccisi 147 studenti africani, solo perché erano cristiani e non conoscevano il Corano. Sono stati assassinati come animali da macello, per un odio insanabile verso la croce di Cristo, primo martire della Chiesa.

D. - Come reagire di fronte a questa carneficina?

R. - Guardando al Crocifisso. Il Signore ha perdonato i suoi carnefici, la Chiesa perdona i suoi nemici, i martiri spagnoli sono morti perdonando. Anche noi siamo chiamati a perdonare. Come dice la Lettera agli Ebrei, «manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza [...], cercando di stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone» (Eb 10,23-24). I Beati cappuccini catalani conoscevano bene l'insegnamento di Gesù: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà» (Mt 16,24-25).

D. - È un messaggio duro e controcorrente, anche tenendo conto dei tragici fatti di questi giorni avvenuti a Parigi.

R. - Ma è il cuore del Vangelo di Gesù. La Chiesa celebra il martirio dei suoi figli, consapevole che il Signore ha chiamato beati coloro che soffrono persecuzione e morte per il suo nome: «Beati voi, quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi» (Mt 5,11-12). E Gesù aggiunge: «Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi» (Gv 15,20). Alla banalità del male di ieri e di oggi siamo tutti chiamati a rispondere con la nobiltà del bene, del perdono, della misericordia, della riconciliazione. I martiri cappuccini ci invitano a non serbare rancore né odio, ma a pregare, anzi ad amare. É Gesù Maestro che ci dà l'eterno insegnamento della carità senza confini: «Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico, amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano» (Mt 5,43-44). Sull'esempio del Crocifisso risorto, i cristiani sono gli uomini della magnanimità assoluta, della generosità sconfinata, della misericordia senza distinzione di persone. Solo così si può essere perfetti e veri figli del Padre nostro celeste, «che fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti» (Mt 5,45). In tal modo i cristiani bonificano l'umanità dal fumo tossico della inimicizia, della divisione e della vendetta. Per questo, i cristiani sono oggi più che mai indispensabili per una umanità riconciliata e fraterna.








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