2015-11-23 13:22:00

Bruxelles, massima allerta: 21 arresti, ma ancora libero Abdeslam


Ancora stato di massima allerta terrorismo a Bruxelles per una minaccia ritenuta dal governo “seria e imminente”: 21 gli  arresti e 19 le perquisizioni effettuate, ma resta a piede libero il super-ricercato Salah Abdeslam, responsabile degli attentati di Parigi del 13 novembre scorso. Al Bataclan, uno dei luoghi simbolo delle stragi in Francia, questa mattina si sono recati il presidente Hollande e il premier britannico Cameron. Il servizio di Paolo Ondarza:

Lotta al terrorismo e crisi siriana al centro dell’incontro oggi a Parigi tra il premier britannico Cameron e il presidente francese Hollande, in raccoglimento questa mattina al Bataclan, uno dei teatri delle stragi di Parigi. La Gran Bretagna da parte sua si è detta pronta a collaborare ai raid francesci anti Califfato in Siria offrendo la base militare di Cipro. Intanto, è ancora stato di massima allerta a Bruxelles: chiusi grandi centri commerciali, scuole e metropolitane. Dopo l’ondata di perquisizioni e arresti, gli ultimi 5 nella tarda mattinata di oggi, “il lavoro non è finito” fa sapere il governo, nessun rischio specifico contro le istituzioni europee rassicura la Commissione Ue. La popolazione, in questa situazione, non cede al panico, come conferma don Giancarlo Quadri, incaricato della pastorale italiana a Bruxelles:

R. – Dobbiamo ringraziare le forze dell’ordine, così attente a tutto, e riteniamo che sia giusto curare in modo particolare alcuni settori, come la scuola, i trasporti, soprattutto i trasporti sotterranei e via dicendo. Però, non mi sembra che ci sia uno “stato di assedio”, come a volte sento. Si vive abbastanza normalmente. Con attenzione, questo sì. Una certa apprensione, certo … ma fino alla paura, al terrore, al blindamento, al coprifuoco … non mi sembra, ecco.

D. – Lei diceva: inevitabili i disagi per quanto riguarda il traffico, vista la chiusura delle metropolitane. Quindi, da questo punto di vista c’è un cambiamento della vita quotidiana …

R. – Certamente! Ad esempio, oggi è lunedì ed essendo bloccato il metrò ed essendo chiuse le scuole, il sistema di vita è cambiato: code di auto per le strade, etc… però, tutto sommato, siamo avvisati bene, siamo ben coperti dalle forze dell’ordine …

D. – Si poteva immaginare, tra la gente, che in Belgio potessero nascondersi cellule terroristiche?

R. – Immaginare cellule terroristiche no; però io, ad esempio, vengo da Milano, è un anno e mezzo che sono qui a Bruxelles, e mi sono trovato in una realtà molto più multiculturale … soprattutto vedendo come l’integrazione e il dialogo tra le diverse realtà presenti non siano così avanzati e coltivati, qualcosa si poteva anche pensare. Però… cellule terroristiche, veramente non l’avevamo pensato!

D. – Diceva: l’integrazione. Non è molto riuscita?

R. – E’ molto presente la multiculturalità. Però non vedo grandissime iniziative. Faccio un paragone: io ero il responsabile dell’immigrazione a Milano e ad esempio il dialogo interreligioso con i musulmani l’ho visto molto più avanzato nella realtà milanese che non qui, pur essendo qui la realtà musulmana molto più presente in quantità e numero.

D. – Ha avuto modo di vedere come la comunità musulmana a Bruxelles abbia reagito, rispetto a quanto accaduto a Parigi?

R. – Sabato sera, dopo il venerdì famoso, io ero nel quartiere di Molenbeek, ed ero stato invitato – proprio come sacerdote – da un gruppo di famiglie marocchine. Però, all’interno della realtà musulmana non vedo grandi iniziative per l’incontro, pur non vedendo difficoltà di nessun tipo nella relazione. La scuola, per esempio: le scuole cattoliche, qui a Bruxelles, sono ormai frequentate all’80% – di più! all’85% - da alunni musulmani …

D. – E dopo i fatti accaduti lei ha riscontrato una condanna degli attentanti da parte della comunità musulmana?

R. – Quelli che ho avvicinato io, sì. L’hanno fatto. Mi hanno chiesto scusa. E qui faccio un altro paragone: io ho vissuto quattro anni in Marocco all’epoca dei monaci di Tibhirine, alle uccisioni in Algeria: là avevo assistito da parte delle famiglie marocchine quasi ad una processione per chiedermi scusa e perdono per quanto avevano fatto i loro fratelli in Algeria! Qui a Bruxelles un movimento di massa contrario, non l’ho visto. Però … speriamo …

D. – Lei è fiducioso che questo avverrà?

R. – Molto, molto. Anche perché ho molti amici musulmani: io sono molto fiducioso che ci sia anche qui, a Bruxelles, almeno, una presa di posizione contraria al terrorismo, all’integralismi tipo Is o cose del genere …








All the contents on this site are copyrighted ©.