Attendo con gioia il momento in cui “saremo insieme”. E’ quanto afferma Papa Francesco in due videomessaggi alle popolazioni del Kenya, dell’Uganda e della Repubblica Centrafricana a due giorni dall’inizio del viaggio apostolico in Africa. Il Pontefice sottolinea di recarsi in terra africana come messaggero di pace e per promuovere “comprensione” e “rispetto” senza distinzioni di credo o etnia. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Vi rivolgo una parola “di saluto e di amicizia”. Inizia così il videomessaggio di Papa Francesco alle popolazioni del Kenya e Uganda, i primi due Paesi che visiterà nel suo imminente viaggio in Africa. Il Pontefice sottolinea che va in terra africana “per proclamare l’amore di Gesù Cristo e il suo messaggio di riconciliazione, perdono e pace”. E sottolinea che il Vangelo ci chiede “di aprire i nostri cuori agli altri, specialmente ai poveri e a coloro che sono in stato di bisogno”. Allo stesso tempo, afferma il Papa, “desidero incontrare tutte le genti di Kenya e Uganda e offrire a ciascuno una parola di incoraggiamento”.
In Kenya e Uganda per promuovere comprensione e rispetto
“Stiamo vivendo un tempo – constata – in cui ovunque i fedeli di ogni religlione e
le persone di buona volontà sono chiamate a promuovere la comprensione e il rispetto
reciproci, e a sostenersi gli uni con gli altri come membri della stessa famiglia
umana. Per tutti noi sono figli di Dio”. Un momento “speciale della mia visita”, prosegue,
“sarà rappresentato dagli incontri con i giovani, che sono la vostra principale risorsa
e la nostra più promettente speranza per un futuro di solidarietà, pace e propgresso”.
In Centrafrica come messaggero di pace
Il Papa invia poi un videomessaggio alla popolazione del Centrafrica a cui manifesta
innanzitutto la sua gioia e il suo affetto per tutti, “indifferentemente dall’etnia
o dal credo religioso”. Il vostro caro Paese, rileva, “è attraversato da troppo tempo
ormai da una situazione di violenza ed insicurezza delle quali molti tra voi sono
vittime innocenti”. Lo scopo della mia visita, afferma, è dunque “innanzitutto quello
di portarvi, in nome di Gesù, il conforto della consolazione e della speranza”. “Spero
con tutto il cuore – è l’auspicio di Francesco – che la mia visita possa contribuire,
in un modo o nell’altro, ad alleviare le vostre ferite e a favorire le condizioni
per un avvenire più sereno per il Centrafrica e tutti i suoi abitanti”. E aggiunge
di andare nel Paese “in qualità di messaggero di pace”. “Desidererei sostenere il
dialogo interreligioso – ribadisce – per incoraggiare la pacifica convivenza nel vostro
Paese: so che questo è possibile, perché siamo tutti fratelli”.
Impegnarsi tutti per un mondo più giusto e fraterno
Il Papa riprende anche il motto della visita in Centrafrica, “Passiamo sull’altra
sponda”. Un tema, evidenzia, che “invita le vostre comunità cristiane a guardare avanti
con determinazione ed incoraggia ciascuno a rinnovare la propria relazione con Dio
e con i propri fratelli per costruire un mondo più giusto e più fraterno”. Io nello
specifico, conclude, “avrò la gioia di aprire per voi – con un po’ di anticipo – l’Anno
giubilare della Misericordia, che spero sarà per ciascuno occasione provvidenziale
di autentico perdono, occasione per ricevere e donare, e di rinnovamento nell’amore”.
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