2015-11-24 15:17:00

Ai funerali di Valeria l'appello contro l'odio fondamentalista


Migliaia di persone hanno preso parte stamattina in piazza San Marco, a Venezia, ai funerali di Stato per Valeria Solesin, la vittima italiana degli attentati in Francia del 13 novembre scorso. Una cerimonia civile alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di alte cariche istituzionali e dei rappresentanti delle tre religioni monoteistiche. Il servizio di Francesca Sabatinelli:

Ha attraversato il Canal Grande a bordo di una gondola listata a lutto ed è stata portata in piazza San Marco a spalla dai gondolieri di Venezia la salma di Valeria Solesin, "sole", come la chiamavano gli amici, che hanno avuto una parte importante in questa cerimonia, aperta ai ricordi e alle parole di molti. Una celebrazione introdotta dagli inni italiano e francese, voluta in forma civile perché potesse essere allargata alla testimonianza di tutte le confessioni religiose. Di fronte al composto dolore di una famiglia spezzata dalla violenza terrorista, in una città che è sempre stata ponte tra culture, così come in molti hanno ricordato anche essere la figura di Valeria, è stata ribadita la necessità di essere uniti contro l’odio e il terrore, nel rispetto delle libertà. E poi un pensiero a tutti questi giovani che come Valeria non si arrendono, lo ha dedicato il papà della ragazza, Alberto Solesin:

“Desidero inviare un pensiero a tutte le famiglie che in questo momento in Francia e un numerosi altri Paesi in Europa, e non solo, cercano, come noi, di superare il dolore per la perdita di un figlio, una figlia, un congiunto, un amico, un amore. Ringrazio i rappresentanti delle religioni: cristiana, ebraica, musulmana, presenza congiunta in questa piazza, simbolo del cammino comune degli uomini in un momento in cui il fanatismo vorrebbe nobilitare il massacro con un richiamo ai valori di una religione”.

Il primo a rivolgersi direttamente agli uomini e alle donne del terrore è stato il patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia che, successivamente, ha benedetto la salma:

“Perché? Come avete potuto? La vostra cultura ci fa inorridire, ma non ci intimidisce. Ci sgomenta, perché indegna dell’uomo, ma ci fortifica nell’opporci ad essa con ogni nostra forza sul piano culturale, spirituale, umano. In nome di Dio, cambiate il vostro modo di essere. Iniziate dal cuore: abbiate questo coraggio! Sì, si tratta del coraggio di dire: ‘Abbiamo sbagliato tutto!’. E’ la dignità dell’uomo, chiedere perdono. Mai e poi mai divideremo con voi ciò che tragicamente vi appartiene: l’odio. In alcun modo vi concederemo tale vittoria, Valeria non lo vorrebbe. Non riuscirete a portarci a odiare: sarebbe la vostra vittoria, sarebbe la nostra sconfitta!”.

Nessuna parola di rabbia è trapelata dalle voci che si sono susseguite, ma di tanto sgomento e dolore, degli amici e dei colleghi di Valeria, coraggiosa giovane di 28 anni, studiosa e dedita all’impegno sociale, ai quali ora in molti suoi conoscenti faranno riferimento. Di lei ha parlato il presidente francese Hollande in un messaggio letto dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, che ha reso omaggio alla ragazza a nome del governo tutto, e poi le forti parole dell’imam di Venezia, Hamad Al Mohamad, quando ha chiesto ad Allah di proteggere dal male l’Europa e l’Italia. Non è nel nome dell’islam che Valeria è stata assassinata, hanno ripetuto i rappresentanti delle comunità islamiche in Italia:

“La nostra comunità vuole affermarti che ‘non’ nel nome del nostro Dio, ‘non’ in nome della nostra religione, e certamente ‘non’ nel nostro nome ti hanno assassinata, come tutte le altre vittime a Parigi e altrove nelle diverse aree del mondo. Con questi atti barbarici credevano di poterci facilmente tenere tutti chiusi con la paura e privarci della nostra serenità e della nostra libertà. Ma sbagliano, sbagliano di grosso, perché ci troveranno sempre saldi e uniti a difendere i sacri valori della vita e dell’umanità”.

“Cara Valeria, i tuoi assassini hanno voluto, con il loro gesto criminale, separarci, dividerci; ma oggi, con questa presenza di unità, i tuoi assassini criminali, anti-islam, anti ogni religione, anti-umanità, hanno fallito! Il terrorismo fatto nel nome dell’islam è un crimine contro la ‘umma’ dell’islam e contro l’umanità intera, e va sconfitto. E gli stessi musulmani devono farlo in quanto sono i primi a subire la sua devastazione”.

I giusti non muoiono mai, ha ricordato il rabbino capo di Venezia, Rav Scialom Bahbout:

“I terroristi che ti hanno uccisa sono stati fuorviati da ideologie che si propongono di uniformare il mondo alle proprie idee. Sia che essi operino in Europa, in Francia, in Belgio e nei Paesi del Medio Oriente, in Israele, in Siria, sia che operino negli altri Paesi del mondo, in Mali e in Nigeria, questi terroristi si adoperano per eliminare le persone diverse da loro. Ma non prevarranno se troveranno a contrastarli persone come te che non si lasceranno intimorire”.

L’inno alla gioia eseguito dagli ottoni del Teatro La Fenice ha accompagnato l’uscita del feretro di Valeria dalla piazza e il suo viaggio verso la sepoltura nel cimitero di San Michele.








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