Nigeria. Se la demolizione dello slum, la baraccopoli, non sarà fermata, oltre 30.000 persone si ritroveranno senza un tetto, oltre che senza lavoro e prive di mezzi di sostentamento: lo ha sottolineato Leilani Farha, relatrice speciale dell’Onu per il diritto alla casa, denunciando le conseguenze di un’ordinanza dell’Alta corte di Lagos.
Centinaia di persone cacciate dallo slum dormono in rifugi improvvisati
o in chiese
“Oltre 10.000 persone, tra le quali bambini, donne e anziani, sono state cacciate
dalle loro abitazioni senza preavviso nel pieno della stagione delle piogge e a volte
la polizia per eseguire gli sfratti ricorre alla violenza”. A Badia, questo il nome
dello slum - riporta l'agenzia Misna - le ruspe sono entrate in azione a settembre.
“La cosa più allarmante – ha sottolineato la relatrice dell’Onu – è che dopo due mesi
ci sono ancora centinaia di persone che dormono in rifugi improvvisati o in chiese
e che sono sottoposte ogni giorno a minacce sempre più gravi”.
Gli sgomberi legati al progetto di un quartiere residenziale
Badia è uno degli oltre cento slum di Lagos, la metropoli più popolosa dell’area sub-sahariana.
Le demolizioni sono state disposte dopo la denuncia di un capo tradizionale, che sostiene
di essere legittimo proprietario dei terreni nonostante comunità di immigrati originari
del sud-est della Nigeria vivano nell’area sin dagli anni ’70. Secondo gli attivisti
per i diritti umani dell’ong Justice and Empowerment Initiative (Jei), sentiti dalla
Misna, gli sgomberi sono legati a un progetto che prevede la trasformazione della
zona in un quartiere residenziale per la classe media. (V.G.)
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