2015-11-24 14:30:00

Svizzera: Rts sopprime tre programmi religiosi. Vescovi preoccupati


Desta viva preoccupazione tra i vescovi svizzeri, e non solo, la decisione della direzione della Radio Televisione Svizzera (Rts) di sopprimere, dal 2017, ben tre dei suoi programmi religiosi per motivi di bilancio. A chiudere saranno in particolare il magazine televisivo “Faut pas croire  e i programmi radiofonici “Hautes fréquences” e “À vue d’esprit alla radio” prodotti da Cath-Info e da Médias-pro, la cui collaborazione con la Rts risale al 1964.

In gioco il posto che si dà alla dimensione religiosa dell’uomo
In una nota, l’incaricato dei media della Conferenza episcopale (Ces), mons. Alain de Raemy, evidenzia che  la soppressione dei programmi “avrà conseguenze sulla trattazione degli argomenti religiosi sui mezzi di comunicazione del servizio pubblico francofono in Svizzera” e “potrebbe provocare perdite di impiego per i giornalisti impegnati nel servizio ecumenico assicurato da Cath-Info e da Médias-pro”. Il presule, oltre a manifestare la propria solidarietà, “come vescovo incaricato di incoraggiare una presenza cattolica, aperta ed ecumenica in tutti i media”, esprime la sua “inquietudine” poiché, afferma,  “è in gioco il posto che si dà alla dimensione religiosa dell’uomo in tempi in cui la religione è così spesso, e in maniere diverse, di attualità”. E sottolinea “l’importanza del servizio pubblico anche per ciò che concerne la dimensione spirituale ed ecumenica della nostra cultura e del nostro futuro”.

Preoccupati anche i protestanti
​Dello stesso tenore la reazione della Federazione delle Chiese protestanti (Feps) che si dice “costernata” dalla notizia : “Queste trasmissioni offrono un’analisi di qualità degli argomenti religiosi, spirituali e filosofici. In una società sempre più divisa fra inculturazione religiosa e fondamentalismo, offrire un tale sguardo è indispensabile per un media del servizio pubblico”, si afferma in una nota, ricordando che le redazioni di Cath-Info e di Médias-pro “non trattano solo l’attualità cattolica o protestante ma l’insieme delle notizie legate al religioso, in maniera critica e obiettiva”. Ancora più dura la reazione del Consiglio esecutivo della Conferenza delle Chiese riformate della Svizzera romanda, secondo la quale questa decisione unilaterale della Rts fa parte di un anticlericalismo limitato che considera le religioni all’origine della violenza e che dunque bisogna bandire dallo spazio pubblico”. (L.Z.)








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