2015-11-25 14:29:00

Giornata contro violenza donne, Papa riceve 11 vittime di abusi


Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il Papa prima di partire per l’Africa ha voluto, stamane, aprire le porte della sua residenza di Santa Marta ad undici donne (italiane, nigeriane, rumene e ucraine) con sei bambini, ospiti di una Casa Rifugio - gestita nel Lazio da una Congregazione religiosa - per vittime di violenza domestica e di tratta della prostituzione. Il Papa si è intrattenuto con loro e ha manifestato la sua vicinanza a tutte le persone che soffrono violenza e che sono in cammino per riprendere nella speranza la loro strada. Ma a che punto siamo nella difesa dei diritti fondamentali di donne e ragazze, ancora oggi massivamente vittime di violenze in tutto il mondo? I dati aggiornati sul fenomeno nel servizio di Roberta Gisotti:

“La violenza contro le donne – denuncia l’Onu – continua ad essere una pandemia globale”. Oltre una donna su tre,  il 35%, nell’intero pianeta subisce nella vita abusi fisici e o sessuali, in alcuni Paesi la percentuale sale a 7 donne su 10. Si stima che 133 milioni di ragazze abbiano patito mutilazioni genitali in 29 Paesi in Africa e Medio Oriente. 700 milioni di donne si sono sposate minorenni, 250 milioni avevano meno di 15 anni, interrompendo sovente gli studi, più spesso subendo poi violenze domestiche e incontrando complicazioni nel parto.

Violenza non è inevitabile
Ma “la violenza contro le donne non è inevitabile”, ricorda l’Onu, lanciando da oggi al 10 dicembre, Giornata dei diritti umani, un campagna globale: 16 giorni di attivismo contro il femminicidio, le aggressioni sessuali, le mutilazioni genitali, i matrimoni precoci e le violenze di ogni tipo, anche virtuali. Tutte “pratiche – sottolinea il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon – che traumatizzano le persone e lacerano il tessuto sociale”, “costituiscono una seria minaccia per il progresso” dei Paesi e dell’intera umanità. Un dramma che coinvolge non solo Paesi poveri ma anche nazioni sviluppate, segno della discriminazione che colpisce ancora un numero cosi massivo di donne in ogni ambito della loro vita privata e pubblica, familiare e lavorativa.








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