L’emergenza rifugiati siriani in Libano e il perdurante stallo politico-istituzionale che da 18 mesi ormai impedisce di eleggere un nuovo Presidente della Repubblica. Sono stati questi i due temi ricorrenti della visita in Messico del Patriarca maronita card. Béchara Raï in occasione del 4° congresso mondiale degli arcivescovi e degli ordini monastici maroniti della diaspora, che si è concluso ieri nella capitale messicana.
Le guerre in Medio Oriente si stanno ripercuotendo sulla stabilità del
Libano
All’apertura dell’incontro – riporta il quotidiano libanese L’Orient-le-jour - il
patriarca ha denunciato le gravi ripercussioni politiche, economiche, sociali e per
la sicurezza del Paese dei Cedri del massiccio dell’afflusso massiccio di profughi
siriani, che si aggiungono ai 500mila rifugiati palestinesi, portando a due milioni
gli stranieri presenti sul territorio, pari alla metà della popolazione libanese.
Il card. Raï si è chiesto perché il Libano dovrebbe reggere il peso di quelle che
ha definito “guerre orchestrate dalle grandi potenze per soddisfare i loro interessi
politici, economici e strategici”. Egli ha anche evidenziato il pericolo della presenza
di tanti rifugiati per i già delicati equilibri politico-religiosi in Libano, che
- ha ricordato - sono all’origine della mancata elezione del nuovo Capo dello Stato.
Concetti ribaditi durante la Messa celebrata domenica per i maroniti della diaspora
in Messico. Nell’omelia il cardinale Raï ha rinnovato il suo appello alla comunità
internazionale “a fare cessare la guerra in Siria, Iraq, Yemen e Palestina perché
tutti gli sfollati , rifugiati e ostaggi possano tornare nei loro Paesi e rientrare
in possesso delle loro case e beni”.
Lo stallo politico in Libano
Il vuoto istituzionale in Libano dura dal 25 maggio 2014, da quando cioè è finito
il mandato di Michel Sleiman. Da allora si sono tenute numerose sessioni parlamentari
per l’elezione, ma il parlamento libanese non ha mai raggiunto il quorum necessario
per il voto a causa del boicottaggio da parte del gruppo detto dell’ 8 Marzo (che
raccoglie diversi partiti ed Hezbollah, insieme ai cristiani legati a Michel Aoun).
Tutto questo nel mezzo del precipitare della situazione in Siria e in tutto il Medio
Oriente. Attualmente sono circa 1 milione e mezzo i siriani ospitati nei campi profughi
in Libano. (A cura di Lisa Zengarini)
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