2015-11-26 12:01:00

Visita del Papa al quartier generale dell'Onu in Africa


Nel corso della sua seconda giornata in Kenya, Papa Francesco si recherà presso la struttura che a Nairobi ospita il quartier generale dell’Onu in Africa. Incontrerà la vasta comunità di lavoro impegnata in diversi progetti per lo sviluppo del Paese e di tutto il continente e terrà un discorso. Tra le agenzie presenti, fin dal 1972, c’è anche l’Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, che proprio a Nairobi ha posto la sua sede mondiale. Adriana Masotti ha intervistato Michele Candotti, consigliere del Direttore esecutivo dell’Unep:

R. – Siamo un organismo delle Nazioni Unite e, come tale, una piattaforma al servizio degli Stati membri per affrontare con la giusta mediazione e neutralità la complessa articolazione dei problemi ambientali, che sono diversi. Si parla della “tutela ambientale”, quindi della protezione degli ecosistemi e del nostro pianeta dall’impronta umana. Ma ci sono anche delle attività che vanno oltre la tutela e la protezione: quelle di avanzamento delle regole della casa comune.

D. – Infatti, la vostra presenza, possiamo dire nel “cuore” dell’Africa, ha un peso tutto particolare, perché sappiamo anche quanto soffre questo continente a causa di conflitti che incidono sull’ambiente, a causa dei cambiamenti climatici…

R. – Assolutamente. La cosa più interessante è che la decisione che venne presa nel 1972 – quindi più di 40 anni fa – era anche legata al fatto che l’Africa veniva da un passato coloniale molto complesso e si stava affacciando al mondo come un’entità geografica fatta da più di 50 Paesi, con le speranze di quel tempo. Ora, però, l’Africa ha assunto un altro simbolo: è uno dei pochi continenti nei quali permane un grande contenuto di biodiversità, di foreste primarie. Ed è il simbolo della contraddizione: da una parte, il dovere di conservare le risorse planetarie, e dall’altra, la necessità di intervenire per favorire lo sviluppo di comunità e popolazioni che hanno ugualmente l’aspirazione a svilupparsi e a raggiungere il proprio benessere.

D. – Ci troviamo di fronte anche al fenomeno dell’immigrazione, dell’uscita di tanti giovani dall’Africa verso l’Europa. Quindi l’impegno è quello di creare condizioni perché possano rimanere…

R. – Assolutamente sì! Noi siamo responsabili di questo nuovo “rinascimento” dell’Africa. Da una parte, dobbiamo sostenerli in questo dovere di custodia. Dall’altra parte, dobbiamo supportarli anche nel loro sforzo di dare un futuro ai propri giovani. Ed è questo forse l’elemento più importante: l’Africa è il continente più giovane che esiste.

D. – Papa Francesco farà visita a tutta la comunità delle Nazioni Unite a Nairobi in occasione della sua visita in Kenya e terrà un discorso. Che attesa c’è per questo evento? Quale il vostro auspicio?

R. – Noi siamo estremamente contenti, soddisfatti, ma anche colpiti da questa scelta che ovviamente è pastorale, ma anche simbolica, in linea con l’Enciclica papale, Laudato si’, pubblicata qualche mese fa. È simbolica, perché si tratta di una visita in Africa in un momento in cui quest’ultima attraversa un momento di svolta nell’ambito delle scelte di tutela del pianeta e dei propri territori. Ma anche perché il Kenya, in particolare, ha due pregi e due incredibili simboli: innanzitutto è la casa del Programma Ambientale delle Nazioni Unite (Unep), ma è anche la casa della nuova Assemblea delle Nazioni Unite per l’Ambiente che è stata creata durante il Summit di Rio. Per cui, anche il fatto di dotare questa visita di un colore particolarmente acceso da un punto di vista ambientale, è molto, molto importante. Ultima cosa: il Kenya è stato oggetto negli ultimi anni di grosse tensioni, etniche e religiose. In questo momento, una missione di questo tipo non solo è importante, ma è cruciale per ricucire il modo di vivere tra popolazioni che altrimenti si potrebbero trovare di nuovo in situazioni di conflitto esasperato. Quindi è assolutamente un enorme privilegio, come Nazioni Unite, avere una visita di questo tipo, di contenuto, ma anche di grande speranza.

D. – Quindi pace e ambiente i due temi centrali nelle vostre attese…

R. – Sì. Pace e ambiente, dal punto di vista delle nazioni, di un continente e dal punto di vista degli individui.








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