2015-11-27 13:22:00

Caritas Internationalis: leader ascoltino discorso Francesco su clima


A Parigi vigilia di massima allerta per la Conferenza Onu sul clima, che aprirà i battenti da domani. A dare il via ufficiale ai lavori, lunedì, saranno il presidente francese Hollande e il primo ministro Fabius. Attesi nella capitale 150 tra capi di Stato e di governo. Intanto a Melbourne, in Australia, decine di migliaia di persone hanno manifestato contro i rischi legati al cambiamento climatico, dando il via a una serie di manifestazioni previste in tutto il mondo.

E a pochi giorni da questo cruciale appuntamento a Parigi, un messaggio potente in favore della cura della “casa comune” è stato rilanciato dal discorso pronunciato da Papa Francesco alle Nazioni Unite di Nairobi. Forte l'impatto sulla comunità internazionale: Alessandro Gisotti ha raccolto al riguardo il commento di Adriana Opromolla, responsabile di Caritas Internationalis per le politiche in tema di sicurezza alimentare e cambiamento climatico e delegata dell’organismo caritativo alla Conferenza di Parigi:

R. – Attraverso questo discorso molto potente il Santo Padre ha richiamato proprio alla responsabilità delle scelte umane. Ha detto che abbiamo una scelta molto chiara di fronte: quella di migliorare l’ambiente o distruggerlo. In secondo luogo, attraverso questa sua parola così forte, “catastrofico”, ci richiama all’urgenza del tema ambientale, all’importanza del tema del cambiamento climatico e più in generale della cura del Creato in cui viviamo. Il messaggio del Papa è stato dunque un monito chiarissimo all’urgenza del problema e alla grande responsabilità che incombe.

D. – Papa Francesco ha anche sottolineato un aspetto: “la riduzione dell’impatto del cambiamento climatico, la lotta contro la povertà e il rispetto della dignità umana sono interdipendenti”…

R. – Certamente. Siamo assolutamente d’accordo e lo sosteniamo da anni ormai proprio attraverso le esperienze delle organizzazioni Caritas in tutto il mondo, che vedono concretamente l’impatto del cambiamento climatico sul terreno. Le posso raccontare, ad esempio, dell’esperienza particolarmente forte nelle piccole isole dell’Oceania, in cui l’innalzamento del mare ha raggiuto livelli ormai di minaccia vera e propria alla vita degli abitanti. Per non parlare poi ovviamente del problema della desertificazione, della siccità in molte altre zone del pianeta, nelle fasce più aride, in cui ci si rende conto ormai che il cambiamento climatico può distruggere addirittura decenni di lavoro e di sforzi per lo sviluppo. Uno dei nostri messaggi che fa eco proprio alla voce del Santo Padre è che ormai non si può più scegliere tra la salvaguardia del pianeta - e quindi la protezione del clima - e la lotta alla povertà. Assolutamente no! Le due cose sono strettamente legate e noi crediamo che un’azione climatica lungimirante, una lotta al cambiamento climatico veramente radicale sia anche un’azione chiave per la lotta alla povertà, alla fame, alla malnutrizione, alla diseguaglianza.

D. – Lei è in partenza per Parigi, dove parteciperà alla Conferenza sul clima. Ritiene che l’Enciclica "Laudato si’", che ha ricevuto una grande accoglienza nelle comunità internazionale ed è stata perfino citata anche da presidenti come Barack Obama in alcuni suoi discorsi relativi al clima e ora questo intervento vibrante dall’Africa, possa aiutare a dare una spinta affinché questa conferenza non finisca, come il Papa ha detto in altre occasioni, con “un nulla di fatto”?

R. – Nelle passate fasi di negoziato sul cambiamento climatico che abbiamo seguito da vicino, ci siamo resi conto che tutti i Paesi ormai, tutti i rappresentanti dei governi erano al corrente dell’Enciclica. Quest’ultima è stata sicuramente ascoltata, anche perché tutta la Chiesa cattolica, in tutte le sue articolazioni, si è molto spesa attraverso azioni di sensibilizzazione, di comunicazione per la trasmissione del messaggio. Adesso, la sfida finale rimane quella di vedere che cosa prevarrà nelle fasi finali dei negoziati. Fino all’ultimo, in effetti, il nostro ruolo e la nostra responsabilità sarà di seguire, di essere presenti in queste fasi negoziali in cui, purtroppo, è sempre possibile che interessi particolari si infiltrino e impediscano l’assunzione di scelte orientate verso il bene comune e orientate invece alla tutela, alla protezione di interessi particolari.

D. – Per altro Caritas Internationalis sarà presente alla Conferenza di Parigi in modo molto significativo…

R. – Sarà una presenza molto significativa in quanto sarà molto diversificata. Saremo infatti presenti con una delegazione numerosa, con persone provenienti da tutto il mondo. Avremo infatti, oltre alla Caritas francese che ci ospita, rappresentanti provenienti dall’America Latina – dalla Bolivia, dal Messico, dal Perù, dal Brasile – ma anche dalla Spagna, dalla Norvegia, dall’Europa, dal Guatemala e dall’Africa attraverso la presenza di rappresentanti del Malawi e del Ghana. Riteniamo particolarmente significativo che tutte queste voci siano presenti a Parigi per portare la prospettiva dei poveri nei loro contesti nazionali e l’esperienza del cambiamento climatico nei loro rispettivi Paesi, proprio per simboleggiare quanto il problema riguardi veramente tutti e quanto sia importante reagire.








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