2015-11-27 13:44:00

E' morto Don Mazzucato, per 50 anni alla guida del Cuamm


“Uomo di grande statura intellettuale, con una straordinaria capacità di conciliare profezia e realismo”. Così il sito ufficiale di “Medici con l’Africa CUAMM” definisce don Luigi Mazzucato, che ha guidato l’organizzazione dal 1955 al 2008. Il sacerdote è scomparso ieri a Padova all’età di 88 anni e domani, presso la sede del CUAMM della città, verrà allestita la camera ardente. In oltre mezzo secolo ha sviluppato la presenza e servizio del CUAMM nelle zone più sofferenti del continente africano, con l’obiettivo di rafforzare i sistemi sanitari locali. Sull’eredità che don Mazzucato ha lasciato, Giancarlo La Vella ha intervistato l’attuale direttore dell’organismo, don Dante Carraro:

R. – Per 53 anni ha guidato ed ispirato questa nostra istituzione. L’eredità più grande, forse, è stata proprio questa attenzione all’altro, e in particolare al più povero, che ha ispirato i suoi rapporti umani, le relazioni – lui era vicino a tutti –. Ma ha anche ispirato poi la nostra organizzazione, con questa attenzione particolare proprio al continente più povero, che è l’Africa, e dentro l’Africa ai Paesi più poveri e a quello che lui ha chiamato l’ultimo miglio del sistema sanitario, lì dove proprio le mamme ed i bambini, queste fasce vulnerabili, non hanno minimo accesso alla sanità.

D. – Un’azione profetica, quella di don Mazzucato, attraverso il Cuamm. Ce ne accorgiamo forse oggi in modo particolare, ascoltando le parole che Papa Francesco sta pronunciando in Africa…

R. – Sì, il Papa lo ha detto nei primi giorni in cui è diventato tale, e lo sta ribadendo in questi giorni. Don Luigi ha avuto questa intuizione grande: “Il nostro mandato, il mandato del Cuamm, sono quelle periferie esistenziali e geografiche della nostra terra”. Penso ai bisogni sanitari, penso al Sud Sudan, dove c’è un’ostetrica ogni 20 mila mamme che partoriscono. Penso all’Uganda e alle fatiche che fa nella lotta contro l’Hiv. Quando tu dai queste risposte, allora la gente vive meglio, allora la gente riacquista fiducia nel futuro. Il terrorismo attenua i suoi artigli. Stiamo costruendo, io dico, quel Regno che è il Regno che invochiamo nel Padre Nostro.

D. – L’Africa terra missionaria per eccellenza. Aver capito quetso, secondo lei, è anche uno dei meriti di don Mazzucato, che ha iniziato la sua missione in un’epoca di passaggio tra colonialismo e post colonialismo…

D. – Assolutamente. Questa terra africana come luogo e spazio per la missione. Il Vangelo può essere trasmesso non a parole ma con la vita, con la condivisione. Noi ci chiamiamo – e l’ha voluto don Luigi questo – “Medici con l’Africa”. Don Luigi non ha mai voluto sbagliare dicendo “Medici per l’Africa”, ma essere “medici con…”. Nella condivisione quotidiana, nella condivisione dei problemi, quel Vangelo che diventa giustizia, che diventa solidarietà, che diventa vicinanza alle persone.








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