2015-11-27 16:09:00

Il Papa a Nairobi: appello ai giovani contro il 'tribalismo'


Danzare di gioia

"Danzare e cantare fa parte del modo di vivere degli africani. E' la loro maniera per celebrare la vita e la fede. E' stato bello ed emozionante assistere, allo Stadio Kasarani di Nairobi, a queste manifestazioni spontanee di gioia per l'incontro di Papa Francesco con i giovani. Qui in Africa è consuetudine vedere gli stessi leader politici, i vescovi e gli altri capi religiosi, ballare durante una cerimonia pubblica com'è successo oggi". Anna Pozzi, responsabile della sezione africana della rivista del Pime 'Mondo e Missione', commenta gli avvenimenti della terza e ultima giornata della tappa kenyana del viaggio del Papa in Africa.  

La sfida dell'unità

"La condanna al tarlo del tribalismo - che il Papa ha pronunciato durante il suo intervento, rispondendo a braccio alle domande dei giovani - rilancia quella sfida all'unità che è così centrale oggi in Kenya", spiega Anna Pozzi. "Unità fra le diverse etnie che compongono il Paese, ma anche unità fra le diverse appartenenze religiose. L'appartenenza etnica o tribale rappresenta un segno d'identità forte per questi giovani africani". "Una delle ragazze che ha parlato di fronte al Papa ha espresso uno dei concetti fondanti dell'appartenenza delle società africane: io sono perché sono in relazione con l'altro. E noi siamo perché io sono. Ciò significa che le relazioni di prossimità con la propria famiglia e la propria tribù diventano qui un forte segno di appartenenza identitaria e anche il 'welfare' che lo Stato non riesce a garantire". "Purtroppo - spiega ancora Anna Pozzi - questo tribalismo, quando viene manipolato dagli stessi politici che sono al potere, diventa un elemento di divisione e di scontro". 

Kangemi: Francesco tocca la vera povertà

Subito prima dell'incontro con i giovani, nella sua terza e ultima giornata in Kenya,  Papa Francesco aveva visitato il quartiere povero di Kangemi. "Mi ha fatto davvero impressione vedere il Papa lì", racconta Anna Pozzi. "C'erano quattrocento persone della parrocchia locale, mentre le altre ottocento persone provenivano dagli altri trecento 'slum' della Capitale, che sono in condizioni anche peggiori". "L'incontro ha avuto secondo me una fortissima carica simbolica, perché Francesco ha toccato con mano la povertà vera, rappresentata dalle persone che erano lì. Per loro sarà stato sicuramente un momento unico ed entusiasmente. Ma simbolicamente è stato un incontro che ha mostrato una realtà dove le sperequazioni economiche sono visibilissime, anche a pochi chilometri di distanza. Abbiamo visto il Papa passare tra i grattacieli della città, visitare la sede dell'Onu e poi giungere in un luogo come Kangemi, che rappresenta i tanti luoghi in cui troppa gente continua a vivere non solo in una situazione di povertà materiale ma anche di profondo degrado". 








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