2015-11-28 15:00:00

Papa a Festival Dottrina sociale: è tempo di dialogo e cambiamento


Questo è il tempo di dialogare, il tempo di cambiare, il tempo di coinvolgerci: è quanto ha affermato Papa Francesco in un videomessaggio in occasione del quinto Festival della Dottrina sociale della Chiesa in corso a Verona sul tema: “La sfida della realtà”. Ce ne parla Sergio Centofanti:

“Questo è il tempo del dialogo – ha affermato Papa Francesco - non della difesa di rigidità contrapposte”, è il tempo di costruire ponti non muri. L’invito è ad affrontare «la sfida di scoprire e trasmettere la ‘mistica’ di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio» (Evangelii gaudium, 87). Il dialogo apre al diverso e ricompone in un quadro i tanti segmenti della nostra società creando le condizioni per un disegno armonico”.

Il Papa esorta a non essere indifferenti, a coinvolgersi con l’altro, con i poveri, con chi soffre. L’estraneità – ha detto – “è un modo che difende l’egoismo e ci rende tristi. Lo star vicino alle persone, versare l’olio della consolazione, toccare la carne dell’altro, farsi carico dei suoi problemi allarga il cuore, rimette in circolazione l’amore e ci fa stare bene”. E’ questa la strada indicata da Gesù quando dice: “Avevo fame e mi hai dato da mangiare, avevo sete e mi hai dato da bere…” (cfr Mt 25,31- 46)”.

“La sfida della realtà – ha aggiunto il Pontefice - chiede però un cambiamento. Da tutti è percepito il bisogno di cambiamento perché si avverte che c’è qualcosa che non va. Il consumismo, l’idolatria del denaro, le troppe diseguaglianze e ingiustizie, l’omologazione al pensiero dominante sono un peso da cui ci vogliamo liberare con il recupero della nostra dignità e impegnandoci nella condivisione, sapendo che la soluzione ai problemi concreti non viene dai soldi ma dalla fraternità che si fa carico dell’altro. Il cambiamento vero parte innanzitutto da noi stessi ed è un frutto dello Spirito Santo. Persone interiormente cambiate dallo Spirito conducono anche a un cambiamento sociale”.

“Il cambiamento è richiesto poi alle nostre strutture: è preferibile essere flessibili per rispondere meglio ai bisogni concreti, che difendere le strutture e rimanere ingessati. Fare un po’ di pulizia, aumentare la trasparenza, recuperare freschezza, genuinità e agilità fa bene alle strutture e alle persone: troveremo nuovamente lo slancio e l’entusiasmo di fare qualcosa di bello a servizio dei fratelli. Ai nuovi bisogni e alle nuove povertà occorrono risposte nuove. Vivendo la prossimità troveremo anche l’ispirazione e la forza per dare una forma concreta al cambiamento da tutti desiderato”.

Infine c’è la sfida ecologica che “chiede di ascoltare il grido della madre terra: il rispetto delle creature e del creato rappresenta una grande sfida per il futuro dell’uomo. L’uomo e il creato sono indissolubilmente legati: «Oggi non possiamo fare a meno di riconoscere che un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri» (Enc. Laudato si’, 49)”.

La cura della terra – precisa il Papa – “riguarda certamente la politica, l’economia, le scelte strategiche sullo sviluppo, ma niente può sostituire il nostro impegno personale. La sobrietà, il consumo consapevole, uno stile di vita che accoglie il creato come un dono ed esclude forme predatorie e di possesso esclusivo, è il modo concreto attraverso il quale si crea una nuova sensibilità. Se saremo in molti a vivere così, l’intera società ne risentirà positivamente e diventerà udibile da tutti il grido della terra e il grido dei poveri”. “Le sfide della realtà sono tante – conclude il Papa - a noi il compito e la gioia di trasformarle in opportunità”.








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