2015-11-28 15:10:00

Uganda, medico italiano: il Papa e il vangelo che non illude


"E’ stato molto emozionante, alla periferia di Kampala, incontrare il Papa insieme a catechisti e insegnanti. Ho apprezzato molto, nel modo semplice in cui si è loro rivolto lodandone il lavoro 'santo', la sottolineatura che se non si è testimoni tutto è vanificato". Antonio Loro è un chirurgo ortopedico pediatra, originario di Padova, da dieci anni vive in Uganda e lavora all'ospedale Corsu, creato nel 2009 a Kampala, il più grande dell'Africa orientale per la cura dei bambini affetti da varie forme di disabilità. Lo abbiamo raggiunto al telefono subito dopo la Messa celebrata nel Santuario dedicato ai Martiri ugandesi. 

"Molte volte mi chiedo che ci faccio qui. Ne parlo spesso con mia moglie. Dico semplicemente che a me questa esperienza sta dando un cuore sempre più pieno di felicità, che alla fine è la cosa più importante, perché sento che è il posto in cui volevo stare e un po' penso che Dio me lo abbia chiesto. I nostri valori si realizzano qui, e quando torno a casa sono felice". 

Il dottor Loro è il direttore del Dipartimento di Ortopedia di un ospedale che vuole aiutare i bambini non solo dell’Uganda ma anche delle regioni martoriate dei paesi vicini, il Sud Sudan e la parte orientale del Congo. "E’ un lavoro importante che non copre certamente il bisogno enorme che c’è di ortopedia pediatrica qui ma è quello che possiamo fare. Noi trattiamo 5000 bambini all’anno. E’ una goccia ma sono 5000 bambini che tornano a camminare, a sorridere, a fare una vita normale". 

Loro commenta quanto il Papa ha detto alla sede Onu di Nairobi: "Francesco ha fatto riferimento ad un’azione politica che i governi dovrebbero prendere: dare ai poveri le cure essenziali relative alla sanità. L’altro aspetto importante è quello della proprietà intellettuale dei farmaci. Attraverso le deroghe alle proprietà intellettuali qui le persone possono avere diritto ai farmaci per molte malattie. Le grandi firme dei trattati internazionali di politica sanitaria vengono poi di fatto bloccate dalle povertà di questi paesi, per cui la somma allocata per l'assistenza sanitaria qui è molto inferiore rispetto al 15% del PIL su cui ci si era impegnati anni fa". 

"Bisogna segnalare che c’è stato un forte miglioramente delle politiche per l'infanzia negli ultimi quindici anni, sia per quanto riguarda l’educazione che l’accesso alle cure. Ma c’è ancora molto molto da fare", aggiunge il chirurgo. Papa Francesco porta una ventata a favore del vero Vangelo dei poveri, il Vangelo della condivisione. Non è scontato in questi paesi, in un periodo in cui si stanno portando altri ‘vangeli’, i vangeli della prosperità, che finiscono solo per illudere la gente. I frutti di questo viaggio sono quelli di una grande speranza. Credo che il Papa ci stia incoraggiando a continuare nella stabilità abbandondo definitivamente la violenza". Che Natale sarà? "Sarà un Natale felice, ricadrà a pioggia quanto lui avrà fatto e detto qui".








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