2015-11-29 12:50:00

Roma. Veglia degli studenti per l'inizio dell'Avvento


“Questo tempo" "ci deve rendere capaci di poter sentire la nostalgia di Dio, che poi non è altro che il suo richiamo verso di noi, spesso troppo occupati dietro faccende mondane. Solo così lo accoglieremo davvero nel nostro cuore” Così il vescovo ausiliare Lorenzo Leuzzi, ieri sera a Roma, nella Cappella universitaria de La Sapienza, ha aperto la Veglia di Avvento per gli studenti della capitale. In occasione dell’incontro è portata l’icona di Maria Sedes Sapientiae, donata ai giovani da San Giovanni Paolo II, che per quest’anno giubilare andrà pellegrina in tutte le cappellanie dell'ateneo. Ascoltiamo il servizio di Marina Tomarro:

Iniziare il cammino del periodo dell’Avvento con due intenzioni nel cuore: la preparazione al Santo Natale e l’inizio del Giubileo della Misericordia. Sono questi i propositi che hanno animato  la Veglia di preghiera degli universitari romani. Ascoltiamo il padre gesuita Jean Paul Hernandez, cappellano dell’Università La Sapienza.

R. – L’Avvento è importante perché la parola già indica l’ “ad-venire”: vuol dire il Signore stesso che viene nella propria vita. L’Avvento è l’educazione a vedere questo Signore che viene nella propria vita. A volte lo studente divide radicalmente la vita spirituale, l’incontro col Signore dal suo studio; invece vedere il Signore all’opera arriva al cuore di ciascuno proprio nel lavoro, proprio nello studio, proprio nel momento in cui si sta in mezzo ai libri, questo è l’educazione dell’Avvento.

D. – In che modo poterlo trasmettere a questi studenti?

R.  – Ci sono diversi strumenti che la tradizione spirituale ha. La prima è la catechesi nella Messa e questo è un primo tesoro, che è l’Eucaristia. Il secondo strumento sono gli esercizi spirituali di Sant’Ignazio e allora proporre gli esercizi spirituali di Sant’Ignazio è far entrare lo studente in quella mentalità biblica, che sa rileggere la propria storia come storia di doni di Dio e dunque come un linguaggio di Dio, come una musica di Dio.

D.  – Per questo Anno giubilare, l’icona di Maria Sedes Sapientiae sarà pellegrina nelle cappellanie della Sapienza, cosa vuol dire questo per voi?

R. – Questo vuol dire che Maria è una di noi, che sta con noi, prega con noi, così come ai piedi della Croce Gesù dice al discepolo amato: “Figlio, ecco tua madre”, ecco noi tutti siamo ai piedi della Croce, perché noi tutti siamo il  discepolo amato e Maria sta fra di noi.

Tanti i giovani che hanno voluto cominciare questo percorso partecipando alla celebrazione. Ascoltiamo i loro commenti:

R. – Questo è uno dei momenti più importanti per me, a livello liturgico, perché l’attesa della nascita di Gesù, che si rinnova dentro di noi, dentro di me ogni anno, è il momento più importante, quello per ripartire dopo l’estate. Allora, il Signore ci dà questa possibilità di riaccendere il nostro cuore in queste quattro domeniche e di vivere al meglio tutto l’Anno liturgico.

D. – In che modo porterai questo messaggio di gioia anche ai tuoi coetanei?

R. – In due modi: sia parlandone in famiglia, con gli amici più stretti, con i colleghi di università, sia – secondo me – vivendo questo messaggio. Non c’è, infatti, esempio migliore, di quello di vivere la Parola di Dio in quello che facciamo tutti i giorni.

R. – Soprattutto è un tempo di un’attesa che fa ben sperare, perché poi ogni cristiano sa che Gesù nasce. Quindi è un tempo per prepararsi alla nascita di Cristo nel nostro cuore. Ogni anno per me è una scoperta nuova.

R. - Il periodo dell’Avvento è un momento in cui bisogna prendersi un momento per riflettere e per pensare. E’ il momento giusto, infatti, in particolare, per riscoprire e riaffermare quello che si fa e, soprattutto, cercare di vivere l’amicizia con i poveri, con le persone più in difficoltà, più intensamente. E’ un momento, infatti, in cui molte persone, probabilmente, si trovano più sole che nel resto dell’anno.

R. – L’Avvento è attesa. Veramente, quindi, cercare di fare silenzio, nonostante sia un periodo storico molto particolare. Siamo bombardati da tanti suoni, tante notizie che purtroppo non sono così positive. Per me, però, significherà proprio fare silenzio, dedicare del tempo durante l’arco della giornata a meditare, a leggere, a pregare, perché il Signore così possa nascere nel mio cuore.

D. – Con questa celebrazione inizia anche un cammino verso il Giubileo della misericordia. In che modo ti prepari a vivere questo grande evento per la Chiesa?

R. – Innanzitutto, cercando di informarmi e cercando di capire a fondo quello che è il messaggio della misericordia: capire Roma, quali sono le Porte Sante, quali sono le iniziative anche per noi giovani. Cercherò nel mio piccolo di seguire queste iniziative.








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