Le abitazioni sono state spazzate via e le poche rimaste sono completamente ricoperte di fango. E’ l’immagine del più grande disastro ambientale della storia del Brasile, avvenuto a Mariana nello Stato di Minas Gerais, che ha ucciso 17 persone e migliaia di pesci ed ora i detriti hanno raggiunto l’oceano. Inondazioni di fango tossico, residuo dell’estrazione del ferro, hanno cancellato il piccolo villaggio di Bento Rodrigues e gravemente danneggiato altri sei centri, espandendosi in altri due Stati. A distanza di due settimane dalla frana continuano le polemiche sulle responsabilità dell’incidente.
Onu: “Sostanze tossiche nel fango”
Nel dibattito è intervenuto anche L’Onu. Secondo l’Alto commissariato, il fango rilasciato
dopo la rottura della diga in una miniera della zona è tossico: “Ci sono nuove prove
– affermano – che i residui contengono alti livelli di metalli tossici e altre sostanze
chimiche tossiche”. E’ questa la causa, sostengono le Nazioni Unite, della morte di migliaia
di pesci nel Rio Doce, il fiume che collega lo Stato minerario del Minas Gerais con
Espirito Santo sulla costa atlantica.
Per la Compagnia che gestisce la cava nessun pericolo per la salute
La Compagnia che gestisce la cava, la Samarco, sostiene invece, il contrario. L’azienda
ha dichiarato che i test prima e dopo la frana dimostrano che il fango rilasciato,
in gran parte composto da acqua, ossido di ferro e silicio, non comporta pericolo
per la salute umana e non contiene sostanze contaminanti. Per la Samarco qualsiasi
metallo presente nei sedimenti non sia reattivo e non contaminerà l’acqua: “Nell’acqua
non cambieranno composizione chimica e si comporteranno come normale terra in un bacino
idrico”. La moria di animali sarebbe, invece, dovuta al soffocamento causato dal grande
volume di sedimento sottile, non da veleni. La società mineraria Samarco, decimo esportatore
brasiliano, proprietà in parti uguali del colosso nazionale Vale e del gigante anglo-australiano
Bhp Billiton, si è vista paralizzare le attività nel Minas Gerais e ha accettato di
pagare, sinora, un minimo di un miliardo di reais (262 milioni di dollari) per i danni
causati.
250mila persone senza acqua potabile
Oltre al danno ambientale c’è un danno economico e sociale. I 60 milioni di metri
cubri di detriti, pari al contenuto di 25mila piscine olimpioniche, hanno tolto acqua
potabile a 250mila persone. Samarco ha fornito 100 milioni di acqua potabile e minerale
agli abitanti della città lungo il fiume. Non abbastanza per l’Onu che ha definito
la risposta del gruppo minerario e del governo “insufficiente”, chiedendo loro di
evitare ulteriori danni. (R.P.)
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