2015-11-29 14:14:00

Presidente Centrafrica: da Francesco lezione di coraggio


Una vittoria della fede sulla paura
La presidente di transizione della Repubblica Centrafricana, Catherine Samba-Panza, nel suo discorso di benvenuto a Papa Francesco, stamane a Bangui, ha definito “memorabile” questa giornata,  sottolineando come  la presenza del Santo Padre nella capitale centrafricana rappresenti una vittoria della fede sulla paura e una vittoria della compassione e della solidarietà della Chiesa universale.

Dal Papa una lezione di coraggio
Alla luce del contesto politico critico del momento e le minacce, reali o amplificate, che avrebbero potuto scoraggiare la visita di Francesco in Centrafricana, Samba Panzala ha lodato la presenza del Santo Padre a Bangui, quale lezione di coraggio e di determinazione, insegnamento per tutti. Ed ha poi ringraziato il Papa per la solidarietà dimostrata sempre per le vittime della crisi centrafricana, infondendo così coraggio a tutte le donne e gli uomini del Paese.

Perdono per abomini commessi
La presidente, a nome della classe dirigente centrafricana e di tutti coloro che hanno contribuito alla crisi che da anni ha infiammato il suo Paese, ha invocato il perdono del Papa, perché le ultime evoluzioni di questa crisi sono apparse come abomini commessi in nome della religione da gente che si professava credente ma che ha ucciso, distrutto luoghi di culto e si è macchiata di ogni sorta di violenza. Un perdono necessario perché i centrafricani possano riprendere il cammino di una nuova spiritualità più concreta, fondata sull’amore.

Il dono della preghiera per scacciare i demoni della divisione
Per Samba Panza il più grande dono che la visita di Papa Francesco ha portato ai centrafricani è la preghiera, l’intercessione affinché i demoni della divisione e dell’autodistruzione siano esorcizzati e cacciati definitivamente dal  Paese.

Il ritorno della democrazia e della sicurezza in Centrafrica
Il popolo centrafricano - ha aggiunto la presidente di transizione - spera nel ritorno della sicurezza, in elezioni libere per ritrovare una stabilità e una democratizzazione necessaria: un Centrafrica senza rancori, odio, divisioni, discriminazioni religiose o etniche, un Centrafrica senza armi, in cui ogni cittadino possa collaborare con l’altro per ricostruire il Paese.








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