2015-11-30 11:00:00

In marcia per il clima: COP21 è sfida per il futuro


“La COP21 non è solo un incontro sull'ambiente ma un summit che può garantire la pace tra i popoli del pianeta. Cambiamento climatico, infatti, non significa solo scioglimento dei ghiacciai, ma vuol dire anche, che se non si interviene subito, nel 2030 ci saranno 100 milioni di poveri in più. A Parigi, politica e istituzioni sono chiamate a una sfida decisiva”. Questo il commento della presidente della Camera, Laura Boldrini, che ieri pomeriggio a Roma ha partecipato alla Marcia per il clima, che si è svolta contemporaneamente in 150 nazioni nel mondo in occasione del vertice sul clima di Parigi che ha aperto oggi i lavori. Il servizio di Marina Tomarro:

Il rischio dell’aumento della temperatura globale, l’uso sconsiderato dei combustibili fossili tra le cause principali dell’inquinamento e quindi la necessità di passare a un uso esclusivo di energie rinnovabili entro il 2050. Sono solo alcuni dei motivi della marcia globale per il clima. Ascoltiamo Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia:

R. – In passato, troppe volte abbiamo fatto sfuggire occasioni importanti come nei precedenti summit. Adesso, invece, a Parigi sembra che ci sia una volontà effettiva di giungere a un accordo globale e dobbiamo farlo necessariamente, perché ormai il pericolo dei cambiamenti climatici è sotto gli occhi di tutti: lo stiamo vivendo non soltanto dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista economico e anche dal punto di vista delle tantissime vite umane che ogni anno si perdono a causa di questi sconvolgimenti.

D. – Quali sono le richieste più urgenti?

R. – Noi dobbiamo giungere a un accordo che valga per tutti i Paesi, che parta da subito e che quindi non rinvii di continuo le azioni concrete da prendere in considerazione. E lo dobbiamo fare su alcuni temi fondamentali. Innanzitutto, dobbiamo avere un piano di uscita, almeno entro il 2050, dalle fonti fossili. Dobbiamo poi avere un piano per quanto riguarda lo sviluppo delle energie rinnovabili e il risparmio energetico, che è fondamentale. Attraverso questi due passaggi, noi riusciremo a evitare che la temperatura del pianeta si innalzi di due gradi, perché quella sarebbe veramente una catastrofe per tutti.

E migliaia i cittadini e le associazioni che hanno deciso di scendere in piazza e far sentire la loro preoccupazione per la salute precaria del pianeta. Ascoltiamo alcuni commenti:

R – Noi siamo qui per testimoniare che è necessario un patto vincolante per la riduzione dei gas serra, perché se non salviamo il pianeta, non si salva nessuno.

R. – Perché dobbiamo impegnarci per non far andare a rotoli questo pianeta. Alcuni di noi vengono dalla Basilicata, una terra che in quanto a devastazioni ambientali ha già dato tanto finora. Vorremmo che per il futuro le cose cambiassero. Continuare, infatti, perseverare con lo sfruttamento delle fonti fossili, non è il futuro, assolutamente no.

R. – "Greenpeace Italia" è qui, perché oggi è una giornata fondamentale, che si inserisce in due giorni di mobilitazione globale. Oggi marciamo per noi, marciamo per fare arrivare un messaggio ai leader riuniti a Parigi, marciamo anche per tutti i cittadini francesi che per motivi di sicurezza hanno visto la loro manifestazione cancellata.

D. – In che modo si può educare proprio alla salvaguardia dell’ambiente?

R. – Con l’informazione fin dall’inizio, fin dalle scuole, e con l’esempio, direi.

R. – Noi della Focsiv, la Federazione Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario, partecipiamo alla manifestazione perché stiamo facendo il pellegrinaggio – anzi, l’abbiamo terminato – da Roma a Parigi. Siamo qui perché siamo ispirati dalle parole di Papa Francesco. Prendendo quindi spunto da lui, abbiamo fatto questo pellegrinaggio: “Una Terra, una famiglia umana”. La famiglia umana ha un’unica grande casa ed è giunta l’ora che tutti noi si sia consapevoli di questo e si incominci veramente con comportamenti di cura e non di depredazione della natura. I primi a rimetterci poi, tra l’altro, siamo noi e di noi i più poveri.

R. – Noi rappresentiamo una ong, il "Cies Onlus", il Centro informazione ed educazione allo sviluppo, da sempre impegnata per sensibilizzare sui rapporti tra il Nord e il Sud del mondo. Ci siamo impegnati a sensibilizzare soprattutto il mondo della scuola, ma in generale la società civile, su come i problemi legati al cambiamento climatico e anche all’emigrazione siano in definitiva dei problemi di giustizia ambientale.

D. – Cosa vi aspettate dalla Conferenza climatica di Parigi?

R. – Speriamo in un risultato che sia veramente significativo. Speriamo che la comunicazione che viene da questa piazza, da tante altre piazze, venga ascoltata.








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