2015-12-01 13:54:00

Russia-Turchia. Obama esorta Mosca e Ankara a combattere l’Is


Resta alta la tensione tra Turchia e Russia dopo l’abbattimento del jet russo da parte dell’aviazione di Ankara. Ieri a Parigi è saltato l’incontro tra Putin e Erdogan, chiesto da quest’ultimo per normalizzare i rapporti.  Secco il no del Presidente russo, secondo il quale la fornitura illegale di petrolio dall’Is alla Turchia sarebbe la causa dell’abbattimento dell’aereo russo. Il premier turco Davutoglu parla di “accuse infondate” e il Presidente Erdogan ha  prospettato le sue dimissioni nel caso venissero dimostrate. Dal canto suo, il Presidente americano Obama ha esortato oggi a Parigi la Turchia e la Russia a concentrarsi "sul nemico comune", il sedicente Stato Islamico. Sui presunti traffici di petrolio del califfato, Marco Guerra ha intervistato Arduino Paniccia, docente di Studi strategici all’Università di Trieste:

R. – Riguardo ai rapporti tra i jihadisti e Ankara, io credo che sia molto difficile poter fare un’esatta valutazione dei rapporti reali esistenti tra un governo e un sedicente Stato terrorista. Tuttavia, tutti quelli che vivono nell’area sanno che esiste ormai da più di un anno e mezzo un forte traffico di contrabbando di petrolio diretto verso la Turchia, e tacitamente accettato dalle autorità. Comunque, è una questione grave perché non è per ammissione solo dei russi o degli iraniani, ma è anche per ammissione della stessa coalizione che una delle fonti principali di sostentamento del sedicente Stato terrorista è, appunto, la vendita del petrolio di contrabbando, oltre alle tasse imposte e oltre, naturalmente, tutti i traffici illeciti che Isis favorisce e moltiplica, a partire da quello degli esseri umani fino a quello delle armi ma petrolio è sempre stato il primo della lista.

D. – La Russia intanto ha dato il via libera alle prime sanzioni economiche alla Turchia. C’è il rischio di un’escalation di questa crisi, o resterà tutto sul piano diplomatico?

R. – Resterà sul piano diplomatico, e non credo che Putin si faccia coinvolgere in un’operazione sul campo. Certamente vorrà mandare dei messaggi economici e indubbiamente diplomatici alla Turchia; tuttavia, non mi sembra vi siano i presupposti – per fortuna – per un’escalation di tipo militare.

D. – Secondo il “Daily Mail”, ordigni al fosforo bianco sarebbero stati usati dai russi a Raqqa, la capitale del sedicente Stato islamico. Come si fa a distinguere tra verità e propaganda? Insomma, è possibile anche immaginarsi che, in effetti, in questa guerra venga usato ogni tipo di arma …

R. – Questo possiamo immaginarlo, e ho anche la sensazione che in questa guerra sia stato usato di tutto: dai gas alle bombe al fosforo, all’uranio impoverito… La bomba al fosforo è riconoscibile: ha quel modo di esplodere per il quale sembra quasi si tratti di fuochi d’artificio, per il loro caratteristico effetto, appunto, tracciante. Il ministero della difesa russo, naturalmente, ha negato e ha detto che queste armi non sono usate dall’Armata russa; tuttavia, siccome sono facilmente riconoscibili sia al momento in cui esplodono sia per le conseguenze che lasciano, se vi saranno degli approfondimenti, se vi sarà un’indagine internazionale, si capirà subito se quest’arma è stata usata assieme a tutte le altre terribili armi che sono state sperimentate nel territorio siriano.

 








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