2015-12-02 13:22:00

L'arte secondo Papa Francesco: un antidoto alla cultura dello scarto


“L’arte, oltre a essere un testimone credibile della bellezza del creato, è anche uno strumento di evangelizzazione. Attraverso l’arte la Chiesa spiega, interpreta la rivelazione”. Così Papa Francesco racconta la sua concezione del rapporto fra pittura, scultura e architettura, e religione. Lo fa, per la prima volta, nel volume “La mia idea di arte” a cura della giornalista Tiziana Lupi. Il libro, pubblicato da Mondadori è stato presentato ai Musei Vaticani. Il servizio di Michele Raviart:

“La Chiesa ha sempre usato l’arte per dimostrare la meraviglia della creazione di Dio e della dignità dell’uomo, creato a sua immagine e somiglianza. Per questo la bellezza ci unisce e come dice Giovanni Paolo II citando Dostoevskij ci salverà”. Papa Francesco parla per la prima volta di cosa intende per arte, una forza creatrice che è uno degli antidoti alla “cultura dello scarto”. Il prof. Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani:

“Papa Francesco è un pastore che si mette al livello visuale del suo popolo e da quel punto di vista parla dell’arte in modo molto poetico e toccante, perché dice che l’arte è “speranza” ed è “consolazione”. Dice che l’arte deve essere aperta a tutti, ma soprattutto ai poveri, gli emarginati, i diseredati... E c’è, nella sua riflessione sull’arte, una cosa che a me personalmente piace molto e che coincide poi con la sua più generale riflessione sulla “teoria degli scarti”. È un Papa venuto dall’America e non dimentichiamo che in America è nata la “Pop Art”: un’arte cioè che cercava di dare dignità e significato estetico ai detriti della civiltà industriale e alle icone consumate dall’uso”.

Nel volume sono state selezionate 11 opere custodite in Vaticano che possono rientrare in questa visione. Non solo capolavori riconosciuti, ma anche l’obelisco di Piazza San Pietro, proveniente dall’Egitto e “scarto” del circo voluto da Nerone. O l’auto bianca regalata al Papa da don Renzo Zocca, che la usava per predicare nelle periferie operaie di Verona e che ora è esposta nel Padiglione delle Carrozze. Tiziana Lupi, curatrice del volume:

“Abbiamo identificato in base alle idee del Pontefice le opere custodite qui nei Musei Vaticani che potessero essere in linea con il suo pensiero. Abbiamo preparato delle schede, gliele abbiamo sottoposte, e lui le ha accettate con grande entusiasmo devo dire. È stato un gesto di grande generosità. E quindi con lui abbiamo costruito la sua galleria d’arte ideale. Sono opere d’arte le più diverse: si va da “La Deposizione” di Caravaggio, che è un’opera classica, alla Cappella Sistina che lui definisce un’opera di evangelizzazione”. E quella che a me piace di più è “Le opere di misericordia”, perché credo che rappresentino un po' la summa del suo pensiero, ma soprattutto del suo Pontificato.

Chiudono il volume il Cristo operaio e la Vergine di Lujàn dell’artista argentino Alejandro Marmo, collocate nei Giardini Vaticani. Le sue opere sono composte da ferro e altri materiali di scarto, mentre nella sua bottega lavarono persone che vivono ai margini della società. Di lui il Papa scrive che “sente il bisogno di fare qualcosa e lo fa dove la cultura dello scarto toglie il bene e la bellezza e lascia solo la sporcizia”. Marmo è un amico di Papa Bergoglio, che ha conosciuto quando era a Buenos Aires:

“Il rapporto, la relazione, è tra figlio e pastore. Lui è il mio pastore che parla della cultura dello scarto. Io costruisco il polo opposto, il polo contrario alla cultura dello scarto, con una coscienza sociale volta al recupero. Semplicemente vuole fare una sorpresa a tutti coloro che hanno il 'cuore freddo'. Le persone dal 'cuore freddo' sono tutte quelle al di fuori del sistema sociale. La bellezza abbraccia i cuori freddi. Questo io penso dell’arte e, umilmente, credo che sia il suo pensiero”.








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