Ricostruire il Burkina Faso con il coraggio della verità: è l’appello lanciato da mons. Paul Ouédraogo, arcivescovo metropolita di Bobo-Dioulasso e presidente della Conferenza episcopale del Burkina-Niger, in un’intervista pubblicata sul sito web www.egliseduburkina.org Le parole del presule arrivano a tre giorni dall’elezione del nuovo capo di Stato, Roch Marc Christian Kaboré: eletto con oltre il 50% dei voti, l’ex premier ha ora il compito di guidare il Paese africano dopo l’era di Blaise Compaoré, al potere per ben 27 anni, deposto da una sommossa popolare, nell’ottobre di un anno fa, ed ora in esilio in Marocco.
Rilanciare l’economica per far crescere il Paese
Esprimendo, in primo luogo, soddisfazione per lo svolgimento ben organizzato e pacifico
delle elezioni presidenziali, mons. Ouédraogo esorta i cittadini a “cogliere questa
opportunità” per far ripartire il Paese ed indica, in particolare, tre priorità: economia,
riconciliazione e governance. “La questione economica – spiega – è prioritaria perché
questo è il settore maggiormente colpito dalle recenti sommosse popolari”. Rilanciare
l’economia, dunque, è necessario affinché “il Burkina Faso possa ritrovare un tasso
di crescita accettabile”. Di qui, l’auspicio del presule perché si risolva, in particolare,
l’emergenza della disoccupazione giovanile.
Promuovere la riconciliazione nazionale in nome della democrazia
La seconda priorità riguarda la pace nel Paese: in quanto presidente della Commissione
nazionale della riconciliazione e delle riforme, mons. Ouédraogo lancia un appello
“per la giustizia”, così da “mettere l’intera popolazione in condizioni di vivere
insieme e, attraverso la riconciliazione, di ricostruire la nazione”. “Riconciliandoci
gli uni con gli altri – spiega il presule – potremo ritrovare il cammino della libertà
e della democrazia”.
Redigere nuova Costituzione che risponda ai bisogni della popolazione
Strettamente legata a questa urgenza c’è la terza priorità indicata dal presule, ovvero
“il problema della governance istituzionale”: “I cittadini del Burkina – spiega l’arcivescovo
– aspirano ad una nuova Costituzione che risponda meglio ai loro bisogni. In effetti,
nuovi progetti costituzionali sono in cantiere, ma bisogna procedere celermente per
elaborare una nuova Carta fondamentale che rappresenti al meglio le necessità dell’intera
popolazione”. Al contempo, mons. Ouédraogo esorta i cittadini ad essere “pazienti,
ma anche vigili” perché “la pazienza non consiste nell’incrociare le braccia” ed aspettare
che lo Stato agisca, bensì “nel prendere coscienza delle urgenze attuali e nel mettersi
tutti al lavoro” per cercare di risolverle.
La Chiesa non dà indicazioni di voto, ma offre principi per il bene comune
Rispondendo poi ad una domanda sulle elezioni presidenziali, mons. Ouédraogo smentisce
categoricamente che la Chiesa locale abbia dato indicazioni di voto ai fedeli e ribadisce:
“La Chiesa non raccomanda mai e poi mai un candidato al voto né dei cittadini, né
dei fedeli, perché ciascuno è libero di votare secondo coscienza”. Anzi: i vescovi
sono ben contenti di notare che “i fedeli cristiani sostengono partiti politici diversi
tra loro”. Quanto ai cattolici che militano attivamente in politica, mons. Ouédraogo
ricorda solo di vigilare affinché i rispettivi schieramenti tutelino “il diritto alla
dignità dell’uomo”. E queste non sono indicazioni di voto, chiarisce ancora il presule,
bensì “principi che la Chiesa offre affinché la politica sia davvero al servizio dell’uomo
e non avvenga il contrario”.
No alla violenza. Promuovere pace nella verità
Infine, parlando delle speranze per il Paese, l’arcivescovo esprime l’auspicio che
la popolazione “si metta al lavoro per costruire la ‘casa comune’ del Burkina Faso,
per progredire sul cammino della riconciliazione, della giustizia e della pace, rinunciando
alla violenza che porta solo distruzione e non costruisce nulla”. E citando San Giovanni
Paolo II, mons. Ouédraogo aggiunge: “La forza della pace è la verità” ed “il coraggio
della verità è ciò che ci permette di andare avanti, perché non si può costruire nulla
sulle basi della menzogna”. “Ci auguriamo davvero – conclude il presule – che i nostri
governanti siano sempre al fianco della verità e della giustizia perché quando esse
si incontrano, allora giustizia e pace si abbracciano”. (A cura di Isabella
Piro)
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