2015-12-05 15:56:00

Festival Famiglia a Riva del Garda: necessario nuovo welfare


“La crisi si affronta guardando al futuro ma partendo dal presente di comunità che educano e si educano; bisogna trovare il coraggio di tornare ad essere protagonisti attivi e consapevoli del proprio territorio. Solo così diventeremo un esempio per le nuove generazioni”. Si è concluso con questa sfida, ieri a Riva del Garda, il quarto Festival della Famiglia sul tema: “Comunità educanti, per il benessere sociale e la competitività dei territori”, promosso dal Dipartimento delle Politiche della Famiglia e dalla Provincia autonoma di Trento. Il servizio di Marina Tomarro:

Un nuovo sistema di welfare differente da quello attuale che dia più voce alla famiglia che nonostante la crisi continua ad essere il più grande ammortizzatore sociale. E’ questo l’appello che parte dal Festival della famiglia, verso le istituzioni. Ascoltiamo il commento dell’economista Leonardo Becchetti:

R. - La famiglia è una scuola fondamentale di virtù civiche che poi sono importanti per il cittadino anche nella vita economica, ed è un luogo dove si possono assorbire gli shock economici che oggi sono sempre più frequenti. Quindi è una rete di protezione. Il rischio povertà è ancora più alto quando c’è anche una povertà relazionale e non solo economica. Le famiglie oggi hanno tutta una serie di modalità di organizzazione economica attraverso cui possono anche ottenere delle sinergie e dei risultati economici importanti. Cioè la capacità delle famiglie di organizzarsi per avere delle condizioni migliori negli acquisti andando direttamente dal produttore, consumando prodotti locali “a kilometro 0”, e quindi facendo di fatto concorrenza alla grande distribuzione, che oggi – purtroppo – schiaccia i produttori con prezzi molto bassi.

D. – In che modo oggi si educa alla famiglia?

R. – Credo che la cosa più importante sia educare non solo alla “libertà di” – la libertà di fare qualunque cosa – ma soprattutto ad una “libertà da e per”; e per questo penso che siano molto importanti lo sport e la formazione. E anche capire che i beni relazionali non sono dei beni di consumo, bensì di investimento: qualcosa che acquisisce tanto più valore quanto più noi ci investiamo.

Tante le storie di solidarietà raccontate durante il Festival come quella della fondazione della Comunità di Messina che si occupa dei bambini nati in famiglie disagiate nel quartiere Camaro. Il coordinatore Salvatore Rizzo:

R. – Ogni anno, un gruppo di volontari e di operatori prova a sviluppare una forma di adozione sociale intorno a questi nuovi nati, offrendo opportunità: opportunità che altrove sono scontate e che in questi quartieri invece non lo sono. E poi insegnano agli adulti che si prendono cura di questi bambini alcune buone pratiche: queste servono a sviluppare tutte le potenzialità del bambino.

D. – Quali sono gli aiuti che portate concretamente alle famiglie?

R. – Sono molto personalizzati: uno può essere semplicemente preparare il corredino per il neonato per le famiglie che non hanno le possibilità economiche. Mi ricordo la storia di una famiglia di migranti che abbiamo trovato in un’abitazione molto fatiscente… Con loro abbiamo provato a sviluppare una forma di adozione sociale. Quella comunità – quella parrocchia – li ha adottati; e oggi il padre lavora in un locale a Messina, si è integrato. Ecco, in maniera molto personalizzata, cerchiamo di sostenere chi è un po’ più fragile.

Il Festival diventa, dunque, anche occasione di incontro e confronto tra politiche familiari in Italia. Ugo Rossi, presidente della Provincia autonoma di Trento:

R. – Noi, attraverso il Festival, vogliamo prima di tutto mettere a disposizione del nostro Paese qualche esperienza positiva, che sul nostro territorio abbiamo saputo impostare. Vogliamo confrontarci con gli altri e dare anche l’opportunità a tanti ragazzi di visitare un Festival dove si vedono le vere politiche fatte sul territorio.

D. – Quali sono oggi i bisogni maggiori delle famiglie?

R. – Penso che oggi la difficoltà più grande per le famiglie sia la questione educativa: è indubbio che oggi è molto più difficile fare i genitori. La società è molto più complessa, i nostri ragazzi hanno molti più stimoli, anche positivi, però dobbiamo saperli accompagnare e gestirli e a volte dobbiamo anche togliere. Essere genitori oggi è più difficile, però bisogna guardare le cose con fiducia. È possibile che nelle comunità sane, dove si fanno politiche familiari soprattutto grazie al lavoro delle associazioni, le famiglie non si sentano sole di fronte a questa sfida. 








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