2015-12-06 13:24:00

Mons. Lorefice a Palermo: fare argine ai poteri di questo mondo


Un’icona di Nostra Signora della Chiesa di Damasco. E’ uno dei doni giunti al neo arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, che ultimamente si è recato in Siria dopo aver visitato l’Africa, l’America Latina e il Medio Oriente. Dopo il gioioso e commosso insediamento di ieri in Cattedrale, dove mons. Lorefice ha abbracciato l’imam di Palermo, oggi la prima Santa Messa con i detenuti al carcere dell’Ucciardone e nel pomeriggio la visita ai monasteri della città. Il servizio da Palermo di Alessandra Zaffiro:

Una città in festa ha accolto il nuovo arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice. Tra palloncini e striscioni colorati, selfie e cori di benvenuto, migliaia di fedeli hanno abbracciato con tanto calore e speranza il sacerdote di Modica, scelto da Papa Francesco alla guida della Chiesa palermitana. Dopo il saluto alla città, in una Cattedrale gremita, mons. Lorefice è stato ordinato vescovo per l’imposizione delle mani del cardinale di Palermo, Paolo Romeo, dei vescovi conconsacranti di Noto, Antonio Staglianò, di Mariana in Corsica, Paolo De Nicolò, e dei tanti vescovi siciliani intervenuti alla solenne liturgia alla quale hanno preso parte le autorità locali e i rappresentanti delle varie confessioni religiose.

“Vi ho dato l’esempio, affinché come ho fatto io, facciate anche voi”. E’ il motto dello stemma scelto dal nuovo arcivescovo di Palermo nel quale è stato impresso 3P per ricordare il Beato Pino Puglisi, che così gli amici amavano chiamare, ma che rimandano al Pane eucaristico, alla Parola di Dio e ai Poveri. “La mafia è opera di gente che ha perso di vista il volto dell’altro… La vita di costoro va verso il nulla, gettata nell’abisso dell’odio”, ha detto nel discorso rivolto ai fedeli, mons. Corrado Lorefice, ricordando i martiri della mafia e “gli eroi umili delle loro scorte”, senza dimenticare l’attenzione ai più bisognosi:

“Penso alle famiglie economicamente, affettivamente e spiritualmente più disagiate, a chi è tenuto ai margini, a chi non è nemmeno considerato, ai bambini, agli anziani, agli ammalati, agli ospiti degli istituti penitenziari, alle donne violate, a chi fugge dalle guerre e dalla fame, a chi piange, a chi non ha nessuno, a chi soffre e dà la vita per la pace e la giustizia. E questo comporta per me fare argine completamente, con forza, insieme con voi e con tutto me stesso, ai poteri di questo mondo che vogliono annientare la dignità e la bellezza del nostro essere uomini”.








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