2015-12-07 15:22:00

Vatileaks 2, processo rinviato a data da destinarsi


Terza udienza per il processo sul caso “Vatileaks”, che ha visto da parte del Tribunale l’ammissione di tutti i testimoni richiesti dalle difese. Tra gli altri, figurano il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, e l'ex direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli. In una nota, il direttore della Sala Stampa  vaticana, padre Federico Lombardi, ha ribadito che sussistono tutte le garanzie per un processo giusto e serio, condotto nella massima trasparenza. Il servizio dell’inviato, Massimiliano Menichetti:

Rinvio processo a data da destinarsi
Si è chiusa con un rinvio a data da destinarsi, per consentire le perizie tecniche richieste dalla parti, la terza udienza del processo in Vaticano per appropriazione e divulgazione illecita di documenti riservati (Nota della Sala Stampa vaticana). I cinque imputati mons. Angel Lucio Vallejo Balda, Francesca Immacolata Chaouqui, Nicola Maio e i due giornalisti Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi, tramite i loro legali hanno presentato richieste e sollevato eccezioni. 

Respinta eccezione per carenza di giurisdizione
Respinta quella di Francesca Chaouqui che mirava in sostanza a non riconoscere al Tribunale vaticano la possibilità di giudicarla per “carenza di giurisdizione”. Secondo l’avvocato di parte infatti gli illeciti contestati sarebbero avvenuti in Italia; il difensore ha anche ricordato lo status di rifugiato politico invocato proprio dalla Chaouqui all’inizio della vicenda giudiziaria. Per il Tribunale invece in base alle leggi vigenti non c’è alcun difetto di competenza, anche in ragione del fatto che il reato si considera commesso nello Stato se è “avvenuto in tutto o in parte in Vaticano”. Anche il fatto che mons. Vallejo sia un pubblico ufficiale comporta “l’attrazione del reato in Vaticano”. I giudici hanno anche rilevato che “c’è un’intrinseca contraddizione” nell’invocare “lo status di rifugiato” e “chiedere il difetto di giurisdizione”.

Ammessi 12 testimoni tra cui il card. Parolin 
I magistrati hanno poi ammesso tutti i dodici testimoni richiesti dagli imputati. In aula per Francesca Immacolata Chaouqui ci saranno tra gli altri il cardinale Segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin - per altro parte lesa per la Santa Sede - il cardinale Santos Abril y Castelló, l’Elemosiniere del Papa, mons. Konrad Krajewski. Tutti sono chiamati a delineare - ha spiegato la difesa - professionalità e generosità dell’imputata a fronte di un’immagine ad oggi distorta. 

Inammissibile richiesta di perizia psicologica
Respinta come “inammissibile” la richiesta dei legali di mons. Vallejo di una perizia psicologica perché secondo il promotore di giustizia tale esame non determina “l’incapacità d’intendere e di volere”, ma solo un eventuale condizionamento del comportamento che potrà eventualmente essere accertato durante il processo. Ammessa invece una perizia psichiatrica già in possesso dello stesso prelato che sarà reperita dalla gendarmeria nel suo appartamento. Mons. Vallejo ha chiesto ed ottenuto l’acquisizione di una serie di documenti come la certificazione del suo stato di servizio.

Perizie su tabulati, telefoni e computer
Il segretario di mons. Vallejo, Nicola Maio, si è assicurato che venissero acquisiti i documenti comprovanti tempi e incarichi di quando lavorava per la Cosea e ha chiesto la testimonianza di mons. Alfredo Abbondi, della Prefettura degli Affari Economici, teste anche dell’Ufficio del promotore di giustizia. Il Tribunale ha accolto anche tutte le richieste di perizia informatica come quella sui tabulati telefonici, sul telefono di Maio e sul computer di mons. Vallejo Balda per le ricostruzioni dei messaggi ed email tra quest’ultimo, Chaouqui e Maio. Disposta un’udienza a porte chiuse dove verrà valutata l’acquisizione del materiale “pertinente”.

Nessun testimone per Fittipaldi, Nuzzi chiama Mieli
Accolti anche i testimoni di Nuzzi tra cui il direttore Paolo Mieli e il giornalista Paolo Mondani. Nessun teste per Fittipaldi che invece ha avuto il via libera alla ricezione di tre articoli pubblicati nel 2014, per mostrare che l’attività di giornalismo investigativo era antecedente ai fatti che oggi gli vengono imputati. Richiesta analoga anche dalla Chaouqui per un’intervista al faccendiere Luigi Bisignani e tre articoli datati 2014.








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