La catechesi di Papa Francesco all’udienza generale in Piazza San Pietro è stata tutta incentrata sul tema della misericordia di Dio. Il Papa ha ricordato il senso di questo Anno Santo e ha affermato che credere nella misericordia e viverla con i fratelli significa entrare nel cuore della fede cristiana, perché è “ciò che a Dio piace di più”. Il servizio di Adriana Masotti:
La Chiesa ha bisogno del Giubileo della Misericordia
Oggi vorrei riflettere insieme a voi sul significato
di questo Anno Santo, rispondendo alla domanda: ma
perché un Giubileo della Misericordia? Così Papa
Francesco comincia la sua riflessione:
"La Chiesa ha bisogno di questo momento straordinario. Non dico: è buono per la Chiesa questo momento straordinario … No, no! Dico: la Chiesa ha bisogno di questo momento straordinario".
Ciò che a Dio piace di più: perdonare
Rendere visibili i segni della presenza e della vicinanza
di Dio, sottolinea Francesco, è il contributo peculiare che la Chiesa è chiamata ad
offrire oggi. E il Giubileo è un tempo favorevole per tutti noi, perché possiamo diventare
testimoni più convinti ed efficaci. Guardare alla misericordia di Dio, afferma il
Papa, e ai fratelli bisognosi di misericordia, significa puntare l’attenzione sul
contenuto essenziale del Vangelo, lo specifico della fede cristiana. Questo
Giubileo, insomma, è un momento privilegiato perché la Chiesa impari a scegliere unicamente
"ciò che a Dio piace di più". E cioè "perdonare i suoi figli, aver misericordia di loro, affinché anch’essi
possano a loro volta perdonare i fratelli”. E il Papa spiega:
"Perché Dio è tanto contento dopo la creazione dell’uomo e della donna? Perché alla fine aveva qualcuno da perdonare. È bello eh? La gioia di Dio è perdonare, l’essere di Dio è misericordia. Per questo in quest’anno dobbiamo aprire i cuori, perché questo amore, questa gioia di Dio ci riempia tutti di questa misericordia".
Misericordia edifica un mondo più umano
Anche la necessaria opera di rinnovamento delle istituzioni
e delle strutture della Chiesa, dice Francesco, "è un mezzo che deve condurci a fare
l’esperienza viva e vivificante della misericordia di Dio che, sola, può garantire
alla Chiesa di essere quella città posta sopra un monte che non può rimanere nascosta”.
Sentire forte in noi la gioia di essere stati ritrovati da Gesù, continua il Papa,
questo è l’obiettivo che la Chiesa si pone in questo Anno Santo:
"Così rafforzeremo in noi la certezza che la misericordia può contribuire realmente all’edificazione di un mondo più umano. Specialmente in questi nostri tempi, in cui il perdono è un ospite raro negli ambiti della vita umana, il richiamo alla misericordia si fa più urgente, e questo in ogni luogo: nella società, nelle istituzioni, nel lavoro e anche nella famiglia".
Riconoscersi peccatori per accogliere la misericordia
Riguardo alla perplessità di qualcuno a cui sembra
poco che la Chiesa in questo Anno Santo si dedichi a contemplare la misericordia,
di fronte ai tanti bisogni urgenti dell’umanità, il Papa riconosce: “è vero, c’è molto
da fare”, ma senza la misericordia, c’è sempre l’amor
proprio, che nel mondo si traduce in ricerca
esclusiva dei propri interessi, di piaceri, onori e ricchezze, mentre nella vita dei
cristiani si traveste spesso di ipocrisia e di mondanità. Ecco perché, conclude, è
necessario riconoscere di essere peccatori:
“Signore, io sono un peccatore; Signore, io sono una peccatrice: vieni con la tua misericordia”. Questa è una preghiera bellissima. È facile, eh! È una preghiera facile da dire tutti i giorni: “Signore, io sono un peccatore; Signore, io sono una peccatrice: vieni con la tua misericordia”.
Credere che il mondo possa cambiare con la misericordia
È da ingenui credere che questo possa cambiare il
mondo? Sì, afferma Francesco, umanamente parlando è da folli, ma «ciò che è stoltezza
di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli
uomini».
In piazza tra i fedeli anche alcuni zampognari che con il suono dei loro strumenti hanno ricordato a tutti che presto sarà Natale.
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