Alla Conferenza Onu sul Clima di Parigi continua il lavoro dei rappresentanti di 196 nazioni per raggiungere un accordo vincolante entro domani, giorno di chiusura della COP21. Ma ci sono ancora scogli da superare nella negoziazione. "Un accordo forte e che possa proteggere le nazioni più vulnerabili", questo l’auspicio del cardinale Peter Turkson presidente del Pontificio consiglio Giustizia e inviato alla conferenza. Elvira Ragosta:
Ancora due giorni per lavorare alla nuova bozza che dovrà portare, entro domani
sera, a un accordo vincolante e che probabilmente vedrà processi di review ogni 5
anni. Gli ostacoli, difficili da superare, restano quelli della differenziazione negli
sforzi richiesti a ciascun Paese e nei finanziamenti. Non tutti gli Stati sono disponibili
ad un accordo vincolante al 100% ed è possibile che alcuni punti saranno soggetti
all’applicazione volontaria dei singoli. Intanto, il commissario europeo per il clima,
Miguel Arias Canete, spinge per un accordo ambizioso, che permetta finanziamenti per
le rinnovabili, necessari a limitare le emissioni e restare sotto la soglia dei 2
gradi e che impegni gli Stati ad adottare economie a bassa intensità di carbone. Cina,
India, Brasile e Sudafrica hanno chiesto ai paesi più sviluppati di aumentare il loro
contributo, fissato per 100 miliardi di dollari ai paesi in via di sviluppo entro
il 2020. Mentre il governo italiano ha annunciato un contributo di 13 milioni di dollari
per gli Stati africani impegnati nello sviluppo delle energie rinnovabili e per le
azioni sul clima attraverso la Banca Africana di Sviluppo.
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