2015-12-11 13:44:00

Stop pubblicità su gioco d'azzardo, presentato emendamento Legge Stabilità


Stop alle pubblicità sul gioco d’azzardo: è il segnale positivo dell’emendamento del governo alla legge di Stabilita' sui giochi, ancora da approvare ma consegnato alla commissione Bilancio della Camera. Il divieto riguarda la messa in onda sulle televisioni generaliste dalle 7 di mattina fino alle 22 di spot di giochi con vincite in denaro. Ancora esclusi dalla limitazione emittenti specializzate e lotterie nazionali. Veronica Di Benedetto Montaccini ha intervistato Luca Borgomeo, presidente dell’associazione telespettatori cattolici Aiart:

R. – Finalmente si è compreso che è immorale fare pubblicità a qualcosa che crea disagio, miseria, disperazione in tanti milioni di persone. È un segnale molto positivo, ma per essere sereni dobbiamo aspettare che lo specifico comma dell'emendamento sia approvato, perché c’è anche il rischio che le lobby dell’azzardo - che sono molto forti -  riescano ancora una volta a bloccare questa iniziativa.

D. – Nell’emendamento si legge che si escludono da questa limitazione le comunicazioni indirette, ovvero quelle che parlano di gioco ma sponsorizzate nei settori della cultura e dello sport. Che tipo di comunicazione hanno queste pubblicità?

R. - È chiaro che questa forma indiretta è subdola e ambigua. Non faccio nomi ma è eclatante l'esempio che sta circolando adesso della pubblicità fatta per vietare  il gioco d’azzardo ai minori, che è certamente un fatto positivo dal punto divista del messaggio, ma che nasconde l’insidia, perché indirettamente si fa pubblicità al gioco d’azzardo stesso. Chiunque si rende conto che dietro questa iniziativa c’è indirettamente la volontà di pubblicizzare il marchio, l'azienda. Dispiace che questa operazione sia fatta non solo con le sigle di alcune associazioni che evidentemente si prestano, ma è favorita soprattutto dal monopolio di Stato, che ricordiamo è una struttura pubblica!

D. – Mi può spiegare il giro d’affari che c’è dietro agli spot del gioco d’azzardo? E quanto il gioco fa guadagnare lo Stato?

R. - È il motivo per cui le posizioni dello Stato, del governo, sono sempre state molto ambigue: perché da un lato riconoscono la necessità di limitare il gioco d’azzardo e quindi di eliminare ciò che lo incentiva, ovvero la pubblicità; dall’altro sono preoccupati di vedere ridurre un gettito che comunque arriva da questo gioco. Siamo sull’ordine di miliardi di euro. Più precisamente 8 miliardi di euro l'anno nelle casse dello Stato grazie al gioco legale. Dietro il business del gioco d'azzardo però si nascondono anche traffici illeciti; buona parte del gioco è nelle mani della criminalità organizzata. Mentre una televisione privata può fare una valutazione d’ordine strettamente commerciale e mercantile, la Rai, servizio pubblico, finanziato anche dai cittadini attraverso il canone, non può prescindere da queste valutazioni di ordine morale!

D. – Secondo lei perché la pubblicità per il fumo è vietata e quella per il gioco d’azzardo no?

R. – Di recente c’è stato uno spot molto forte da parte della presidenza del Consiglio che recitava: “Chi fuma è scemo”. Io mi permetterei di dire che chi gioca è più scemo di chi fuma! Non c’è dubbio che il gioco d’azzardo fa più male alla persona e alla collettività rispetto al fumo.

D. – Quali sono le conseguenze del gioco? Che cos’è la ludopatia?

R. – Il gioco d'azzardo provoca una forte dipendenza e porta all'isolamento e alla depressione. Non ci si pensa ma ci sono anche tante mamme che si ritrovano davanti alle slot machines. La pubblicità propone di tutto; lo fa attraverso i grandi testimonial, i grandi progetti quando mettono in palio una casa, una pensione per sempre, addirittura. Toccano tutte le corde possibili dell’interesse e speculano sulle condizioni della povera gente. Non è un caso che al Sud si giochi più che al Nord; non è un caso che dove c’è maggiore miseria e disperazione si rincorra la speranza di qualcosa che possa cambiare la vita della persona, ecco perchè va vietata la pubblicità che incita ad entrare in questo vortice.








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