2015-12-16 16:28:00

Giornata Pace: il pericolo della commozione di circostanza


A leggere il Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace mi sono ricordato delle parole del laico Zigmunt Bauman: ‘siamo in un'epoca in cui abitiamo nell’orgia mediatica della compassione e nello stesso tempo le forme più compulsive di intolleranza verso qualcuno che facciamo diventare nemico’. E’ questo il grande pericolo, quello dell’ipocrisia. Don Tonino Palmese, Vicario episcopale per la Carità e direttore dell'Ufficio Pace, Giustizia e Salvaguardia del Creato nell’Arcidiocesi di Napoli, commenta il testo del Messaggio per la Pace, aggiungendo: "L'ipocrisia, anche nel mondo cattolico, alle volte mi sembra sia diventata una sorta di ottavo sacramento. Questo senso di commozione di circostanza che però diventa poi fatica quando si richiede che le nostre braccia si trasformino in abbracci. Se ciò non accade, le braccia restano protesi che non servono a nulla". 

L'invito del Papa è vincere l'indifferenza che anestetizza i cuori e addomestica le coscienze. "Nell'allontanare questo atteggiamento, si dovrebbe invece recuperarne la connotazione ignaziana, positiva, ovvero quella "libertà interiore in cui possiamo accettare la realtà con serenità e consapevolezza" di essere amati da Dio, come ricorda il gesuita P. Oliver Borg Olivier, docente di Teologia Spirituale all'Università St. Joseph a Beirut. Il religioso ci ricorda pure che in arabo ‘misericordia’ vuol dire ‘utero’. "Questo significa che quando l’uomo è nella sua miseria e fragilità più grande, Dio ci riprende e ci porta nell’utero materno suo e con il suo calore e affetto ci ridona vita. Con il nostro affetto umano, allora, attento ai più poveri e fragili noi possiamo ridare vita a tutti quelli che incontriamo. Se non siamo attenti ai bisogni siamo già morti". E conclude con l'immagine della porta giubilare che rimanda a Cristo stesso: "Quando penso a Gesù come 'porta', mi figuro quelle porte dei saloon che si vedono nei film western, dove uno entra ed esce come vuole, non ci sono chiavi. Dio rispetta la nostra libertà. La porta non è mai aperta o chiusa definitivamente".

 








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