2015-12-16 14:00:00

Immigrazione, avrà massimi poteri la guardia costiera Ue


In Europa dibattito sull’immigrazione e sulla possibile sostituzione di Frontex. Al posto dell’agenzia vi sarebbe una guardia costiera per proteggere le frontiere esterne dell’Europa. Questa la proposta della Commissione Europea presentata ieri al Parlamento di Strasburgo e che verrà discussa domani dai capi di Stato europei. Da Strasburgo, iI servizio di Samantha Agrò:

Secondo la Commissione, questa nuova agenzia dovrebbe garantire una gestione più efficace dei flussi migratori. Rafforzerebbe la sicurezza interna dell’Unione e salvaguarderebbe il principio della libera circolazione delle persone. Il vice presidente della Commissione Ue,Timmermans, specifica: “La guardia costiera e di frontiera europea riunirà un’Agenzia potenziata, che avrà la possibilità di attingere a una squadra di persone e a un parco di attrezzature di riserva, e le autorità degli Stati membri, che continueranno a occuparsi delle attività quotidiane di gestione delle frontiere”. Ma la proposta solleva già una serie di obiezioni perché contiene un punto controverso. É infatti previsto che la nuova agenzia possa intervenire alle frontiere esterne dei Paesi anche contro la loro volontà. Anche seTimmermans, presentando la proposta ieri al Parlamento europeo ha dichiarato che "si tratta di creare una sorta di rete di sicurezza” e che l’intervento contro la volontà degli Stati è “qualcosa che non succederà spesso, anzi uno scenario piuttosto raro”. Ma Polonia, Grecia e Svezia hanno già avanzato diverse riserve verso questa soluzione, mentre la proposta sembra più gradita da Italia, Germania e Francia. 

Della proposta di una guardia costiera europea e dei cambiamenti rispetto all'agenzia Frontex, Fausta Speranza ha parlato con Francesco Cherubini, docente di organizzazioni internazionali e diritti umani all'Università Luiss:

R. – Si tratta di una europeizzazione o comunitarizzazione di una fase che è estremamente delicata, che è quella di esecuzione di alcune norme dell’Unione, in particolare quelle sull’ingresso, in modo da togliere questa competenza agli Stati membri che attualmente la esercitano.

D. – Toglierla per omologare.. perché le normative erano molto differenziate…

R. – In realtà, qui c’è un problema che spesso si verifica con le competenze dell’Unione e qui è più evidente. Perché la loro attuazione, la loro esecuzione poi è rimessa agli Stati membri con la possibilità che, appunto, determinati standard non vengano completamente livellati, e quindi che poi ciascuno Stato membro provveda con un certo margine di discrezionalità. Si dovrebbe andare in questa direzione soprattutto nell’ambito di materie come immigrazione e asilo, e mi sembra che la proposta della Commissione vada in questa direzione.

D. – Dunque, nell’intenzione si dovrebbe passare dal poliziotto di Frontex all’esperto di questa nuova Guardia costiera...

R. – Più o meno. Nel senso che, in questo momento, Frontex  ha dei poteri in termini di controllo che sono piuttosto limitati. Direi che complessivamente sarebbe un rafforzamento: mi sembra che si parli addirittura di una nuova agenzia per svolgere queste funzioni; dicevo, un rafforzamento dei poteri di controllo, però dei poteri di controllo che spettano all’Unione, che in questo momento – ripeto – al di là di alcune competenze, non voglio dire “marginali”, secondo Frontex spettano in prima battuta agli Stati membri.

D. – Abbiamo invocato l’Unione Europea perché intervenisse proprio alle frontiere e non lasciasse soli i singoli Stati. Ora, questa è una risposta?

R. – Sì, questa è una risposta; per conto mio, è ancora una risposta insufficiente. Perché? Perché il miglioramento dell’efficacia di queste politiche si raggiunge non soltanto con questo passo che va senz’altro in quella direzione; probabilmente, sarebbe opportuno rimettere la fase esecutiva all’Unione Europea in materia di asilo, e non soltanto di controlli alle frontiere esterne: si tratta di una materia contigua, direi quasi sovrapponibile a quella. E poi, forse, andrebbe rafforzata anche un po’ di più la tipologia di competenza che l’Unione esercita in queste materie perché attualmente questa competenza è di natura concorrente: forse, probabilmente, ma è difficile, perché bisognerebbe mettere mano ai Trattati, si potrebbe pensare a un suo passaggio nell’ambito delle competenze esclusive.

D. – Professore, in tema di diritti umani, che dire?

R. – Ma qui, sia che la fase “esecutiva” venga rimessa agli Stati membri sia che venga rimessa all’Unione Europea, come sembrerebbe prospettare la Commissione, ovviamente il rispetto dei diritti fondamentali è fuori discussione: si tratta di un punto fermo che deriva dal diritto internazionale generale, prima di tutto, oltre che – naturalmente – da alcune norme di diritto dell’Unione Europea. Evidentemente il passaggio da Stati membri a Ue, se mai ci sarà, non determinerà un venir meno di questo punto fermo, perché ovviamente riguarda in modo particolare il divieto di respingimento. In ogni caso, anche l’Unione Europea sarebbe “vincolata” al rispetto del divieto di respingimento.








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