2015-12-16 07:58:00

Siria. Intesa Usa- Russia su opposizioni e coordinamento militare


La lotta al terrorismo e la fine della crisi siriana al centro del vertice Russia-Stati Uniti ieri a Mosca: difficile l’intesa, ma il dialogo va avanti. Sul tavolo anche la nuova “alleanza militare islamica” di 34 paesi tra cui Egitto e Turchia nata per volontà dell’Arabia Saudita. Intanto, il sedicente Stato islamico fa strage in Iraq: è di almeno 65 morti il bilancio di un'ondata di attacchi kamikaze contro l'esercito e le milizie sunnite alleate a Ramadi. Il servizio di Gabriella Ceraso:

Appuntamento venerdì 18 a New York per un vertice internazionale sulla Siria: si profila dunque un calendario al termine dell’incontro di circa tre ore Kerry- Lavrov a Mosca. Significa che il dialogo va avanti anche se le posizioni restano sostanzialmente le stesse. E le dichiarazioni lo confermano: oggi, dicono entrambi gli interlocutori, ci siamo concentrati non sulle nostre differenze e non su cosa può esser fatto immediatamente riguardo ad Assad, ma sul processo politico, nel cui quadro i siriani decideranno loro stessi del futuro del Paese. E alcuni risultati vengono citati: maggior coordinamento militare contro l’Is e un terreno comune riguardo ai gruppi d'opposizione che andranno invitati ai negoziati di pace sulla Siria. Restano dubbi e critiche: l’isolamento americano operato nei confronti della Russia e le azioni militari di Mosca più contro i ribelli al regime che contro i jihadisti. Dubbi sono espressi anche sul ruolo che potrà avere la nuova coalizione contro il terrorismo annunciata dall’Arabia Saudita e formata da 34 Paesi, assente l’Iran. Su questo abbiamo raccolto il parere di Tiberio Graziani presidente dell’Istituto di Alti studi in Geopolitica e Scienze ausiliari:

R. – Questa iniziativa di Riad è una iniziativa di tipo diplomatico, politico e militare. E questo perché l’Arabia Saudita così mantiene il proprio prestigio nei confronti delle altre nazioni islamiche e dà una risposta al suo alleato principale, che sono gli Stati Uniti.

 

D. – Potrebbe essere quella forza sul terreno che fino ad ora è mancata nel contrasto ai miliziani jihadisti?

R. – In potenza potrebbe essere. Sul terreno non sono presenti, se non in parte i curdi, esponenti di Paesi che fanno parte di queste coalizioni; essendo, però, guidata e formata dall’Arabia Saudita – che ha avuto negli ultimi periodi una posizione molto ambigua, per quanto riguarda il daesh, l’Is – ci fa pensare che molto probabilmente non sarà una coalizione che entrerà in campo o meglio entrerà in campo solo quando i maggiori Paesi che sono interessati a quell’area - vale a dire gli Stati Uniti e la Russia - troveranno una sinergia tale da poter sconfiggere l’Is.

 








All the contents on this site are copyrighted ©.