2015-12-19 14:30:00

Terra Santa: Messaggio di Natale di Padre Pizzaballa


“Stiamo vivendo un tempo arduo, il cui susseguirsi di tragedie e di violenze ci ha colmato di paure”. Davanti alla cronaca attuale è “difficile attendere il Natale con sentimenti di gioia, di festa, di vita. La paura sembra dettare il nostro agire, anche nelle piccole azioni quotidiane. Abbiamo paura del musulmano, dell’ebreo, dell’orientale o dell’occidentale, secondo dove ci troviamo”. È quanto scrive il Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, nel suo Messaggio di Natale - ripreso dall'agenzia Sir - in cui fa una disamina della situazione attuale in Medio Oriente. 

Abbiamo perso il coraggio di credere nell'altro
“In Siria, in Iraq, in Terra Santa, in Oriente così come in Occidente, sembra che la forza della violenza sia l’unica voce possibile per contrastare la violenza che ci sovrasta” scrive il Custode che punta l’indice contro “la paura dell’altro”. Ci si comporta “come se avessimo perso il coraggio di credere nell’altro. Non ci fidiamo più. Il nemico è diventato “gli altri”; pensiamo che “gli altri” siano contro di noi, che ci minaccino e ci rubino la speranza di un mondo sicuro, di un futuro migliore”. Aspettare il Natale in queste circostanze, si legge nel messaggio, “interroga la nostra fede e fa nascere il bisogno di una speranza più grande. Sono questi i sentimenti che ci hanno accompagnato nella partecipazione alle varie cerimonie per l’accensione dell’albero di Natale (5 dicembre, ndr.) e la benedizione del Presepe”. 

Riscoprire il senso originario del Natale
Spesso, durante la celebrazione della festa, ricorda padre Pizzaballa, “attorno a noi si sentivano le sirene d’allarme, segno certo di scontri e disordini. E, sempre, abbiamo riconosciuto un senso d’inadeguatezza rispetto alla situazione. Ci sembrava di essere fuori dal tempo e dalla storia”. “Ma non è così” scrive il Custode. “Il Vangelo ci dice che la pienezza del tempo si è compiuta in un tempo difficile. La festa, le luci, i colori, pur necessari, desiderati e celebrati nelle circostanze che viviamo, ci guidano a pensare con più verità al senso originario del Natale: Dio che entra nel nostro tempo e nella nostra storia”. Questo, per padre Pizzaballa, è il tempo di “cercare motivazioni autentiche. Ragioni e motivazioni che rimangano, che tengano, che non subiscano le altalenanti fasi delle nostre angosce o delle nostre esaltazioni, che abbiano il sapore di una misura giusta, di un orizzonte reale". 

È tempo di cercare domande e risposte, orientamenti, per ritrovare l’Oriente
"Questo Oriente è il Cristo. Natale, ci dice che la nostra vita è Avvento, che camminiamo verso un futuro, forse drammatico, faticoso, non camminiamo verso il nulla, verso l’ignoto, verso il buio ma verso un incontro”. Da qui l’augurio di Padre Pizzaballa: “questo tempo difficile sarà comunque un tempo buono, se ci restituirà la consapevolezza che è il tempo dell’incontro; se ci renderà più attenti a chi abbiamo vicino, perché il futuro verso cui camminiamo potrà essere soltanto il compimento di ogni relazione di cui avremo avuto cura, qui, ora. Anche in queste circostanze drammatiche. L’augurio di quest’anno, è di percorrere con fiducia questa strada, aperta nel deserto di tante nostre vite, verso questo futuro buono, che ha un unico Volto: quello della misericordia del Padre”. (R.P.)








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