2015-12-20 13:02:00

Caritas Kiev, presentato a Roma progetto per bimbi orfani


Sostenere un progetto di Caritas Kiev per i bambini orfani e bisognosi con una serata di beneficenza e di scambio culturale a Roma: questo lo scopo della manifestazione svoltasi ieri sera presso la parrocchia San Gregorio VII di Roma, in occasione della festa ucraina di San Nicola. Il servizio di Elvira Ragosta:

Trentadue centesimi di euro: è il costo per la preparazione di un pasto alla mensa della Caritas di Kiev, distribuito ogni giorno grauitamente a circa 120 persone. La struttura aiuta soprattutto bambini e ragazzi, orfani o vittime della guerra delle regioni di Donesk e Lugansk. A spiegare il progetto, presentato ieri a Roma, a sostegno di Caritas nella capitale ucraina, padre Vasyl Kulyniak:

R. – Oltre che dare qualcosa da mangiare, un piccolo sostegno, questo è anche un progetto educativo, perché vengono a mangiare, ma i bambini sono pure impegnati nel tempo libero a fare qualcosa che sviluppi le loro attività, risorse che diversamente non avrebbero la possibilità di sviluppare.

D. – Quanti sono questi bambini? E al momento dove si trovano?

R. – Non abbiamo un numero preciso: sono circa 200, forse di più. Tra i bambini ce n’è qualcuno che viene direttamente alla mensa della Caritas a Kiev, alcuni li trovano in strada e portano loro da mangiare in luoghi precisi di Kiev.

La serata benefica è stata organizzata dal “Congresso degli ucraini in Italia” e dall’associazione “Compass Onlus”, nel giorno in cui, secondo il calendario bizantino, viene festeggiato San Nicola. In Ucraina, infatti, la tradizione vuole che non sia Babbo Natale ma San Nicola a portare i regali ai bambini, come spiega la teologa ucraina Natalia Karfut:

R. – La sera, alla vigilia del 19, i bambini lo sanno che arriva San Nicola dal cielo, con il cavallo bianco, perché magari c’è la neve, e porta i doni. A volte arriva di persona e chiede come sono i bambini, se sanno una preghiera, se sanno cantare un canto dedicato a lui e dice loro che devono essere bravi e ascoltare i genitori per tutto l’anno a venire, per poi avere di nuovo i doni.

D. – Questa serata è particolarmente dedicata ai bambini e soprattutto ai bambini ucraini vittime o orfani della guerra. Cosa si sta facendo per loro?

R. – Purtroppo, la situazione odierna non è molto incoraggiante, perché ci sono tantissimi bambini profughi, bambini che hanno perso i genitori o bambini senza tetto che hanno bisogno delle cose elementari. Noi abbiamo quasi un milione e mezzo di sfollati interni, persone quindi che non hanno più la loro casa, i loro spazi, le loro cose, la loro vita quotidiana. E quindi le fasce più deboli, quelle che più risentono di questa situazione sono sicuramente i piccoli. Per esempio, Caritas Kiev dà da mangiare ai bambini: a quelli che i genitori non sono in grado di nutrire o a quelli che non hanno i genitori e vivono in strada.

La manifestazione benefica è stata anche un’occasione di scambio culturale con musica, cibi e tradizioni ucraine da condividere con gli amici e i bimbi italiani. “Uno scambio importante - ha commentato il primo segretario dell’ambasciata ucraina in Italia, Serhii Shevchuk - per favorire l’integrazione della comunità ucraina con quella italiana”.

Dopo gli accordi di Minsk 2, firmati lo scorso febbraio e non del tutto rispettati, cresce in Ucraina il bisogno di pace e di stabilità. Sul ruolo della diplomazia nella soluzione di questa crisi è intervenuto il prof. Alberto Lo Presti, politologo e docente dell’Istituto universitario “Sophia” di Loppiano:

R. – La diplomazia svolge un ruolo fondamentale in questo caso, perché si tratta di una situazione che coinvolge comunque una dimensione internazionale rilevante. Però, la diplomazia è una parte della complessiva campagna che dovrebbe assolutamente muovere le culture, le coscienze, le scelte di tanti per gettare una luce nuova sulla faccenda ucraina. Altrimenti diventa un conflitto dimenticato, lasciato quindi all’arbitrio del più forte o alla casualità delle circostanze internazionali. Credo che oggi, oltre a promuovere l’amicizia tra Italia e Ucraina, dobbiamo – appunto – riaccendere i riflettori su questa situazione.








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