2015-12-21 10:50:00

Al cinema, "Francofonia", nuovo capolavoro di Alexandr Sokurov


“Francofonia”, il nuovo capolavoro di Alexandr Sokurov, è nei cinema. Una riflessione che dalla Parigi occupata dai nazisti e le sale del Louvre in pericolo, si lega al valore e alla sacralità dell’opera d’arte e alla situazione drammatica dell’Europa di oggi. Il servizio di Luca Pellegrini:

Una nave in balia della tempesta, una città alla mercé dei nazisti. Una metafora, un capitolo di storia. Sia la nave che la città custodiscono opere d'arte e sull'arte - la sua fragilità, la sua sacralità - medita il siberiano Alexandr Sokurov, perché i frutti dell'ingegno e dello spirito umano sono essenziali allo sviluppo della civiltà e alla vita dell'uomo. Dunque, vanno protetti nella loro caducità e dalla follia del potere. I protagonisti del film sono il regista stesso che dialoga con il capitano del bastimento assalito da un terribile dilemma - salvare l'equipaggio o i capolavori che trasporta? - e due figure singolari, il direttore del museo parigino Jaujard e l'ufficiale tedesco Wolff-Metternich, che a Parigi, nel tragico 1943, la guerra divide e l'arte avvicina. “Francofonia” non è un film storico, piuttosto una riflessione sull'Europa di oggi, ammalata. Sokurov ne identifica la causa principale, come confessa ai nostri microfoni:

R. – (Parole in russo)
L’impotenza dovuta al fatto di non sapere con quale mezzo superare questa disarmonia, questo caos.

D. – In “Francofonia” c’è una grande attenzione all’Europa: nella sua considerazione personale l’Europa va verso il collasso o verso una rigenerazione?

R. – (Parole in russo)
Di sicuro non rigenerazione, perché non c’è alcun segno che la possa testimoniare! Non ci sono dei leader umanisti che guidano l’Europa, non ci sono artisti di valore umanista al giorno d’oggi: chiari segni, questi, di rigenerazione societaria. Quindi rigenerazione di sicuro no. Invece è del tutto palese un vuoto mentale assoluto, un vuoto intellettuale assoluto dell’élite politica in Europa ed una assoluta incapacità di intervenire anche a livello vero, fisico: ovvero difendersi e difendere la cultura, la civiltà europea. L’Europa è scoperta…E’ una delusione assoluta, una delusione profonda che provo perché per quanto la Russia possa sembrare lontana, l’Europa è la nostra sorella, la nostra sorella maggiore e se è ammalata anche noi non possiamo stare bene.

D. – Lei è nato nel 1951: come le veniva tramandato in famiglia il periodo della occupazione nazista e della guerra?

R. – (Parole in russo)
Mi padre ha combattuto durante la Seconda Guerra Mondiale e non ha mai parlato in casa di questa sua esperienza, perché tale è stato l’incubo, tale è stato l’orrore che ha provato, che non voleva tornarci – come diceva – con le parole, figuriamoci con la memoria, con i ricordi a quella esperienza orribile, perché la guerra – diceva mio padre - è effettivamente una esperienza talmente orribile, talmente repellente e talmente insensata. Non amava il cinema di guerra e mi aveva chiesto di non fare film sulla guerra…

D. – I due personaggi di “Francofonia” sono per noi dei profeti o testimoniano, invece, l’illusione che quanto accade nel film sia accaduto una volta sola e non possa accadere di nuovo nella storia?

R. – (Parole in russo)
Sono piuttosto esempi semplici, esempi di umanità che testimoniano che l’uomo ha il dovere morale – o come vogliamo chiamarlo… - un dovere che esige anche il coraggio. Questo ci insegnano loro, quando ognuno ha compiuto il proprio dovere. In un certo senso possiamo paragonarli a dei preti: i preti – come sappiamo – devono celebrare la Messa ogni giorno. Ma cos’è la Santa Messa? La Santa Messa è un atto sacro che esige molto. Quindi i preti, che ogni santo giorno hanno questo rito da compiere, questa Messa da celebrare, eventualmente la Confessione, fanno questo enorme lavoro spirituale giorno dopo giorno con umiltà. Se noi andassimo in Chiesa all’orario prestabilito e trovassimo le porte chiuse all’orario della Messa, come ogni giorno, come lo interpreteremmo? La Chiesa è chiusa e quindi la Messa non ci sarà: un brutto segno, un segno molto inquietante…








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